
Le scuole abruzzesi ripartiranno il 12 settembre e in classe ci saranno anche i professori no vax. Via libera pure per i bidelli e il personale amministrativo che hanno deciso di non vaccinarsi. Lo ha chiarito una circolare del ministero dell’Istruzione inviata alle scuole per spiega le nuove regole per il prossimo anno: un documento che, formalmente già dal 31 agosto, lascia cadere una parte delle misure più restrittive legate allo stato di emergenza Covid (scaduto il 31 marzo scorso), tra cui l’obbligo vaccinale per i lavoratori delle scuole. Già dal 1° settembre, dunque, quando la macchina scolastica comincerà a rimettersi in moto, i professori che hanno deciso di non vaccinarsi potranno riprendersi la loro cattedra. Ma non è l’unica novità.
LE POLEMICHE. Da quando è scattato l’obbligo vaccinale per i lavoratori delle scuole, il 15 dicembre 2021, i no vax erano stati prima sospesi e poi reintegrati con mansioni diverse: alcuni sono stati “parcheggiati” in biblioteca o nei laboratori delle scuole, lontani dagli studenti per cercare di ridurre il rischio di contagio. Una soluzione che aveva scatenato polemiche e liti accese, come accaduto in una scuola di Chieti a metà giugno, quando due docenti no vax, demansionati, avevano avuto uno scontro verbale con la loro preside che non voleva farli partecipare agli scrutini finali. Ma forse le polemiche non si sono ancora sedate del tutto, come testimonia anche la presa di posizione di Domenico Liberati, ingegnere pescarese e referente del comitato “No Green pass – Non toccate i minori”, salito alla ribalta nei mesi scorsi dopo uno sciopero della fame e della sete durato 4 giorni, che in una nota definisce «non dignitoso e non rispettoso definire “no vax” gli insegnanti prima sospesi e poi demansionati». Il pescarese Liberati invita anche a non dividere i docenti in «no vax e pro vax», ma soprattutto minaccia denunce «per i medici primari che stimolano l’impiego delle quarte dosi di vaccino».
LA CIRCOLARE. Polemiche a parte, le porte delle aule torneranno ad aprirsi anche ai docenti che hanno scelto di non vaccinarsi contro il Covid. Secondo il ministero dell’Istruzione infatti «dalla ricostruzione fin qui effettuata si evince che le richiamate disposizioni emergenziali» tra cui anche l’obbligo di vaccinazione per gli insegnanti, come si legge nella circolare basata sulle linee guida dell’Istituto superiore di sanità, «esauriscono la loro validità al 31 agosto 2022 e in assenza di ulteriori proroghe o rinnovi, non prolungano i loro effetti nel prossimo anno scolastico 2022-2023». Ma ciò non significa che non si possa fare marcia indietro: la circolare precisa che il ministero della Salute, presumibilmente in caso di aumento dei contagi, «può adottare e aggiornare linee guida e protocolli volti a regolare lo svolgimento in sicurezza dei servizi e delle attività economiche, produttive e sociali».
LE ALTRE REGOLE. Il ritorno dei docenti non vaccinati non sarà l’unica novità del nuovo anno scolastico. La mascherina, ad esempio, non sarà più obbligatoria per tutti ma solo per i professori, il personale amministrativo e gli studenti “fragili”, cioè a rischio di sviluppare forme severe di Covid. Per questo motivo le scuole devono comunque continuare ad avere una scorta di mascherine da distribuire all’occorrenza. Resta il divieto di entrare in classe con la febbre, con sintomi compatibili con il Covid o con un tampone positivo. La didattica a distanza non sarà più attivata per tutti in caso di alcune positività in classe. Le aule andranno periodicamente sanificate, l’aria sarà cambiata di frequente tenendo le finestre aperte e le classi pulite con sanificazione straordinaria in caso di uno o più casi di Covid confermati. Per quanto riguarda gli asili e la scuola dell’infanzia, le norme base saranno le stesse, tenendo conto però che i bimbi fino a 5 anni non possono portare la mascherina. Nel caso in cui il quadro epidemiologico dovesse peggiorare, le vecchie regole potranno comunque essere rispolverate: dal distanziamento di un metro tra i banchi alle precauzioni nei momenti a rischio assembramento, come le entrate e le uscite scaglionate, ma anche l’aumento della frequenza della sanificazione. Il ministero dell’Istruzione potrà anche decidere di rendere nuovamente obbligatorie le mascherine in classe per tutti, in caso di aumento dei contagi.