
MONTESILVANO. Avevano ampliato il ristorante realizzando una terrazza con annessa tettoia senza alcuna autorizzazione. È questo, in sintesi, il motivo che ha portato al sequestro di un’area di uno stabilimento balneare di Montesilvano, nella zona a ridosso dei Grandi alberghi, dove questa settimana i militari del Reparto operativo aeronavale della guardia di finanza di Pescara sono intervenuti per apporre i sigilli.
Dopo una serie di analisi propedeutiche all’avvio del controllo, compiute nell’ambito di un’attività di verifica orientata al rispetto del corretto utilizzo degli spazi del demanio pubblico, che avevano già messo in luce alcuni fattori di rischio nella concessione demaniale montesilvanese, gli uomini delle fiamme gialle sono intervenuti nella zona nord della città adriatica per verificare la concessione. Il controllo è stato inizialmente indirizzato alla verifica del rispetto della normativa demaniale e urbanistica dove, a seguito di approfonditi accertamenti eseguiti in collaborazione con i tecnici del Comune di Montesilvano, sono stati rilevati una serie di abusi. Per questa ragione sono scattate le denunce nei confronti del titolare della concessione demaniale e del rappresentante legale della società che gestisce l’attività di ristorazione e balneazione. Per i due, l’accusa in concorso è di innovazioni non autorizzate e abusi edilizi su aree del demanio marittimo sottoposte a vincolo sismico e paesaggistico. Oltre alla denuncia, la Procura ha disposto il sequestro preventivo dei locali dello stabilimento balneare, eseguito dagli stessi finanzieri. A ricevere i sigilli sono stati circa 130 metri quadrati, carenti di ogni titolo autorizzativo. A mancare all’appello, come riscontrato dalle forze dell’ordine, infatti, le autorizzazioni in materia sanitaria, demaniale, edilizia e paesaggistica.
Nel dettaglio, stando a quanto riscontrato dalla Guardia di finanza, l’utilizzo dei locali, adibiti al trattamento degli alimenti, alla preparazione dei pasti e alla ristorazione, non è risultato corrispondente alla destinazione d’uso così come previsto dai progetti approvati. Durante i controlli delle forze dell’ordine, inoltre, è stata riscontrata anche la presenza di un lavoratore in nero, impiegato nel ristorante come aiuto cuoco, per giunta percettore del reddito di cittadinanza e in contrasto con le prescrizioni igienico-sanitarie. Per queste ragioni, al datore di lavoro sono state comminate sanzioni che superano i 6.800 euro e l’impresa è stata segnalata all’Ispettorato del Lavoro per la sospensione dell’attività imprenditoriale. Un’ulteriore comunicazione è stata poi inoltrata all’Inps per la revoca e il ricalcolo del sussidio nei confronti del percettore del reddito di cittadinanza.