
PESCARA. La città che nascerà nel 2027 con la fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore si chiamerà “Nuova Pescara” e sarà divisa in 4 municipi con 60 consiglieri municipali (oltre ai 32 del Comune di Nuova Pescara), 4 presidenti di municipio e anche un massimo di 16 assessori di zona. Nella prima assemblea costitutiva, l’alleanza tra Montesilvano e Spoltore ha messo alle corde Pescara: il primo round di ieri con 60 consiglieri presenti – «In aula è vietato l’uso delle sigarette elettroniche», è stato costretto a dire il presidente del consiglio comunale di Pescara Marcello Antonelli che ha guidato la seduta affollata – è finito con un 36 a 13 per l’asse De Martinis-Trulli: un risultato che se non è bastato ad approvare in prima battuta la “Costituzione” della città unica, ha messo il bottino in cassaforte in attesa della prossima seduta fissata al 12 settembre (ore 17) prossimo quando si abbasserà il quorum. Tra una settimana, Montesilvano e Spoltore avranno i numeri per approvare la bozza di statuto licenziata ieri dopo venti emendamenti: «No all’annessione di Pescara, Montesilvano e Spoltore non possono e non devono scomparire», hanno detto De Martinis e Trulli. Una seduta iniziata sull’onda del politicamente corretto è finita tra le accuse.
PESCARA BOCCIATA Gli emendamenti di Pescara sono stati quasi tutti bocciati: la crociata di Pescara – centrodestra, centrosinistra e M5S tutti uniti – contro quello che il sindaco Carlo Masci aveva definito «poltronificio» è stata persa. «Ma io non permetto a nessuno di dire che i consiglieri di Montesilvano e Spoltore sono attaccati alle poltrone», ha ribattuto Ottavio De Martinis, sindaco di Montesilvano della Lega e presidente della Provincia, «con la Nuova Pescara, Montesilvano perde 8 consiglieri e Spoltore 6 mentre Pescara è l’unica che ci guadagna».
città DIVISO QUATTRO Con l’emendamento approvato ieri i municipi saranno 4 con 12 consiglieri a Spoltore, più il presidente eletto dai cittadini, e 16 consiglieri, più il presidente, per Montesilvano, Pescara Nord e Pescara Sud. Secondo De Martinis, Pescara contesta il «poltronificio» soltanto a parole: con la divisione in 4 municipi, Pescara avrà una dote di 32 consiglieri in più (oltre a quelli eletti nel Comune di Nuova Pescara). Ieri Montesilvano e Spoltore hanno approvato un emendamento che ha ridotto i consiglieri municipali da 16 e 24, inizialmente previsti, a 12 e 16. «Bisogna rispettare i territori», ha detto De Martinis, «gli assessori? Sono una garanzia della democrazia locale: un presidente da solo al comando del municipio non è giusto».
SCONTRO PD-M5S Il sindaco di Spoltore, Chiara Trulli del Pd, ha cantato vittoria: «I consigli comunali si sono pesati numericamente senza subire ma io voglio decisioni conciliative, serene e per tutti. Chi ha paura della rappresentanza dei territori?». A rispondere a Trulli è stata Erika Alessandrini del M5S di Pescara: «La paura è degli amministratori che rischiano di non avere più un posto per sedersi. Avete creato posti per voi stessi».
IL PIANO DI MASCI Masci ha accettato il voto con pacatezza, forse perché ha un piano per ribaltare il risultato: «Oggi ci siamo resi conto di quanto è difficile fare una fusione. È stato un atto di democrazia ma democrazia viziata», ha sottolineato, «perché l’assemblea non rappresenta equamente i cittadini dei tre Comuni. Ne prendiamo atto sapendo che esistono altri mezzi per farsi valere: siamo contrari al nome, al numero dei consiglieri e alla presenza degli assessori e voteremo ancora contro. I consiglieri della nuova città, un giorno, sorrideranno rispetto a quanto accaduto adesso». E Marco Presutti, consigliere pescarese del Pd, gli ha fatto eco in polemica con De Martinis: «La città nuova sorgerà e tutto questo sarà cancellato».
Un RICATTO? Il piano di Masci e degli altri pescaresi è questo: la legge regionale che ha spostato la fusione al 2027 dice che entro il 30 settembre deve essere approvata la bozza di statuto pena l’arrivo di un commissario e l’entrata in vigore della Nuova Pescara al 2024. Ma dice anche che ogni consiglio comunale, poi, è obbligato a ratificare il testo. E qui si innesta l’interpretazione di Masci: in assenza del sì di tutte e tre le città, entrerebbe in vigore lo statuto attuale del Comune di Pescara, quindi, niente più municipi e zero consiglieri e assessori. Invece, Montesilvano e Spoltore mettono in dubbio questa visione e la dipingono come un ricatto.
TRATTATIVE Finora, le posizioni di Pescara e di Montesilvano-Spoltore restano quelle di due rette parallele che non sono destinate a incontrarsi: da oggi a martedì prossimo si susseguiranno trattative alla ricerca di una soluzione condivisa. Ma, viste le premesse di ieri, servirebbe quasi un miracolo. E anche ieri, sull’uscio dell’aula, l’ex consigliere comunale di Montesilvano Gabriele Di Stefano ha protestato con un cartello: «Nuova Pescara? È un caos. Si può andare avanti così?».