FRANCAVILLA. È scontro in Comune sul cimitero finito sotto sequestro e l’opposizione chiede la risoluzione del contratto con il gestore privato.
La notizia del sequestro di tutto il cimitero con la contestuale chiusura al pubblico ha iniziato a circolare già da metà mattinata, poco dopo che i carabinieri della locale stazione, insieme ai colleghi di Chieti, hanno messo i sigilli sul cancello d’ingresso. Il provvedimento, arrivato dopo un primo sequestro effettuato già lo scorso 10 luglio in un’area cimiteriale adiacente la zona individuata per l’ampliamento della struttura, è legato non solo ai rifiuti trovati in una sorta di discarica abusiva nei giorni scorsi, tra cui anche resti umani, un cadavere mummificato, oltre a pezzi di bare e vestiti, ma anche alla necessità di approfondire le indagini in alcuni punti presenti proprio all’interno del cimitero di contrada Piane.
Questa volta però, il sequestro disposto dalla Procura di Chieti, non si limita a un atto meramente giudiziario: tocca in prima persona i cittadini che, per un periodo di tempo ancora da definire, non potranno andare a trovare i defunti.
Quando i carabinieri sono arrivati, alcuni cittadini si trovavano in visita e sono stati fatti uscire, unitamente al personale e agli operai che gestiscono la struttura. Da lì è partito il tam tam che ben presto si è trasformato in un coro d’indignazione, anche sui social.
Il sindaco di Francavilla Luisa Russo, informata dei fatti, ribadendo ancora una volta come l’indagine in corso sia partita da una sua denuncia, cerca di gettare acqua sul fuoco: «Il sequestro disposto dalla Procura è un provvedimento necessario per permettere la prosecuzione delle indagini già in corso. Restano garantite le tumulazioni e le attività ad esse strettamente correlate». Questo infatti è quanto contenuto nel provvedimento, il quale tra l’altro specifica che tali operazione debbano avvenire nel minor tempo possibile e alla presenza dei congiunti più stretti. Poi il primo cittadino rassicura: «Comprendo il disagio per la nostra comunità e sono determinata a far in modo che esso duri il minor tempo possibile. Occorre tuttavia consentire agli investigatori di far luce in ogni aspetto di questa vicenda».
Dall’altro lato però, il nuovo capitolo della vicenda, alimenta le tesi dell’opposizione, che torna a chiedere l’immediata risoluzione del contratto con il gestore, la San Franco Srl, che dal 2016 cura il cimitero di Francavilla in virtù di un project financing ventennale: «Già i fatti emersi dieci giorni fa erano di una gravità estrema. Adesso, con la chiusura al pubblico della struttura, siamo arrivati a un punto di non ritorno», dicono i consiglieri comunali Rocco Cappelletti e Giovanni Angelucci. «Oltre al danno la beffa», proseguono, «non solo i cittadini di Francavilla pagano costi molto elevati. Non solo i disservizi sono all’ordine del giorno. Adesso non possono nemmeno andare a trovare i propri cari. Il sindaco Russo si è risentito per i manifesti che abbiamo messo in città, con cui abbiamo addebitato parte delle responsabilità alla giunta Luciani che ha avallato il project e alla sua, che ha ignorato le nostre continue segnalazioni su tutto quello che non funziona al cimitero. Probabilmente è arrivato il momento di fare un passo indietro, riconoscere gli errori e lavorare tutti insieme, maggioranza e minoranza, per risolvere il contratto con il gestore e far tornare la struttura sotto la gestione comunale». Poi concludono: «Sabato e domenica saremo all’Asterope e alla Sirena per proseguire nella raccolta firme a sostegno di tale richiesta. E nei prossimi giorni chiederemo la convocazione di un consiglio comunale ad hoc».
Anche l’ex sindaco e consigliere Roberto Angelucci interviene: «Come detto più volte in consiglio, la responsabilità del project appartiene all’ex sindaco Luciani e adesso i cittadini ne pagano le conseguenze. La poca chiarezza del gestore traspare anche dal conto corrente lituano, fornito per il pagamento delle varie prestazioni. La risoluzione contrattuale non è un percorso semplice, ma credo che a questo punto sia l’unica via d’uscita. Ora si lavori per arrivare velocemente al dissequestro».