TERAMO. L’esistenza dei primi Daspo già notificati a tre dei cinque tifosi arrestati per i violenti scontri nel pre derby Giulianova-Teramo è nelle due ordinanze con cui il tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di revoca dei domiciliari. Così hanno scritto i giudici aquilani (collegio presieduto da Elvira Buzzelli, giudice estensore Niccolò Guasconi): «Anche il provvedimento del questore che ha proibito al ricorrente la partecipazione a futuri eventi calcistici non è idoneo a ritenere scemate le esigenze cautelari».
I provvedimenti di interdizione a stadi e manifestazioni sportivi emessi dal questore Carmine Soriente sono stati notificati ai tre tifosi teramani tra cui quello accusato di aver materialmente colpito con una cinta un carabiniere: per due Daspo di otto anni con firma, per un terzo divieto di tre anni senza firma. È ipotizzabile che si tratti dei primi di un voluminoso numero di Daspo in arrivo dalla questura teramana nei confronti degli ultrà teramani e giuliesi coinvolti nei violenti scontri di domenica 4 febbraio in via Cupa, a Giulianova: le interdizioni potrebbero essere oltre dieci.
Intanto per domani è in programma la nuova udienza al tribunale del Riesame dell’Aquila per gli altri tre dei cinque tifosi arrestati per rissa e lesioni aggravate: si tratta di un teramano e due giuliesi.
Lunedì i magistrati del tribunale aquilano hanno respinto i ricorsi presentati per due dei cinque tifosi rigettando contemporaneamente la richiesta di revoca degli arresti domiciliari e la richiesta di uscire di casa per recarsi sul posto di lavoro (i due sono assistiti dall’avvocato Nello Di Sabatino) . Per i magistrati «sono pericolosi socialmente e potrebbero tornare a reiterare il reato». Proprio in merito al pericolo di reiterazione del reato i giudici del Riesame hanno scritto: «Per quanto concerne le esigenze cautelari sussiste senz’altro il pericolo attuale e concreto di reiterazione di delitti della stessa indole di quelli per cui si procede. Depongono in tal senso le modalità della condotta, consistita nell’attiva partecipazione alla rissa. Proprio tale facilità a gesti violenti consente di ritenere particolarmente elevata la pericolosità sociale non circoscritta al mondo sportivo. La dinamica dei fatti tratteggia un’ipotesi in cui la manifestazione calcistica altro non è che un pretesto per dar sfogo a una personalità violenta, avvalendosi pertanto della forza».
E in un passaggio hanno aggiunto: «Dai video in atti si vede bene che dopo il contatto iniziale tra tifoserie diversi soggetti si allontanano e in alcuni casi cercano instantaneamente la fuga. Questo sarebbe stato l’atteggiamento naturale da tenere, mentre invece l’odierno ricorrente viene immortalato mentre permane nell’area di maggior intensità dello scontro, prendendovi parte attivamente e con condotte sicuramente idonee a mettere a repentaglio l’incolumità altri. L’immediatezza della partecipazione consente di tratteggiarlo come soggetto particolarmente risoluto e privo di scrupoli nell’usare incontenibile violenza e non certo al solo fine di difendersi. Proprio tale facilità a gesti violenti consente di ritenere particolarmente elevata la sua pericolosità sociale, non circoscritta al mondo sportivo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA