L’AQUILA. Ci sono dei sospettati tra i tifosi che insieme ai tre arrestati hanno partecipato agli scontri dopo la gara L’Aquila-Sora, campionato di calcio di serie D. Attraverso i video girati dalla Scientifica o acquisiti dagli investigatori si cerca di dare un volto e un nome a tutti gli ultrà protagonisti dei tafferugli dello scorsa domenica, all’esterno dello stadio Gran Sasso-Italo Acconcia. Nei prossimi giorni dovrebbero arrivare gli ulteriori provvedimenti a carico dei sostenitori ritenuti responsabili delle violenze, sia tra i rossoblù aquilani che tra i bianconeri ciociari. Le indagini coordinate dal pubblico ministero, Fabio Picuti, sono portate avanti dalla Digos dell’Aquila, diretta dal vice questore aggiunto Roberto Mariani. In particolare, gli agenti della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali stanno confrontando le foto scattate alle curve durante la partita con i video degli scontri girati fuori dalla stadi. I protagonisti dei tafferugli (una quarantina in tutto) hanno agito con i volti travisati da cappucci, berretti e sciarpe per cui a incastrarli potrebbero essere particolari, come l’abbigliamento o altri segni identificativi, che appaiono nelle foto delle curve. Alle indagini collaborano anche la Digos di Frosinone e il commissariato di polizia di Sora. Molti degli ultrà, come emerge in queste ore, sono già schedati o comunque noti alle forze dell’ordine. I responsabili rischiano una denuncia per reati connessi in occasione di manifestazioni sportive e il Daspo, ovvero il divieto di partecipare a manifestazioni sportive per un determinato periodo di tempo. Il Daspo è stato già richiesto per i tre ultrà arrestati a poche ore dai disordini. Le indagini condotte finora, infatti, hanno portato all’arresto in flagranza differita di Simone Pellerucci, 35 anni, e Giuliano Visco, 46enne, entrambi dell’Aquila, e di Alfonso Di Rosato, 34 anni, di Sora. Dopo alcune ore ai domiciliari, per i tre il giudice ha deciso per la convalida dell’arresto e la contestuale scarcerazione. Sono stati accusati di porto di oggetti atti ad offendere, lancio di materiale pericoloso, rissa, lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. I tre, infatti, «usavano violenza e minaccia con spintoni e percosse nei confronti del personale della polizia di Stato e dei carabinieri intervenuti per ragioni di ordine pubblico al fine di evitare contatti e separare le due tifoserie e per identificarli». (f.d.m.)
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