SCAFA. Sarà sciolto all’inizio della prossima settimana il nodo sulla candidatura a sindaco di Maurizio Giancola, il primo cittadino uscente di Scafa. Approda martedì in Senato, infatti, il provvedimento che consentirebbe ai Comuni con meno di cinquemila abitanti di eleggere lo stesso sindaco per tre mandati consecutivi, e Scafa è uno di questi Comuni visto che Giancola guida l’amministrazione da dieci anni ed è pronto a ricandidarsi. Il provvedimento ha già avuto il via libera della Camera, senza alcun voto contrario, e in vista del presumibile voto favorevole al Senato, Giancola ha già preparato la sua lista per le elezioni del 12 giugno. «Perché», dice, «un progetto amministrativo va preparato con mesi di anticipo» e lui lo ha fatto dopo aver raccolto l’invito «degli uomini e delle donne di questa amministrazione a candidarmi di nuovo, tenendo conto di quanto deciderà il Parlamento».
Nella lista civica che è stata messa a punto, con cinque ricandidati sugli otto uscenti, «abbiamo inserito persone di qualità e di diversa estrazione, a livello politico, che possono garantire il proprio apporto nell’attività amministrativa. D’altronde nei prossimi anni ci aspettano opere importanti, dal raddoppio della ferrovia, un progetto che mi ha visto molto impegnato, con passione, al distretto sanitario di base con la casa di comunità. E interventi del genere non possono essere seguiti da chi non può assicurare il proprio contributo», prosegue Giancola che non nasconde le «gratificazioni» di questi anni da sindaco e anche il suo amore per ciò che fa.
Gli elettori dovranno scegliere tra la lista che dovrebbe essere guidata da Giancola a quella che candiderà a sindaco Giordano Di Fiore, già ex sindaco dello stesso Giancola, fino a dicembre 2020, quando si è dimesso. Rappresenterà, dice con sicurezza, una «coalizione che si è ricompattata», nel centrosinistra, e che in un primo momento sembrava aver puntato su Nella Martino, già candidato sindaco in passato e assessore all’epoca del sindaco Luigi Sansovini. È netta la contrapposizione con Giancola, e Di Fiore la rimarca tutta. «Scafa sta perdendo la sua centralità nella Val Pescara, a favore di Manoppello. Il nostro comune ha perso 500 abitanti e una serie di servizi: penso all’Agenzia delle Entrate, al catasto, all’Aca e al Consorzio di bonifica, che non hanno più sedi nel nostro comune e la responsabilità è del centrodestra. Abbiamo perso anche la presidenza della scuola, passata a San Valentino, perché il Comune ha scelto di ristrutturare la scuola esistente anziché realizzarne una nuova, come è accaduto in altri comuni. E i genitori hanno deciso di iscrivere i bambini in altre scuole, migrando da Scafa», fa notare.
Proprio la nuova scuola è stato un cavallo di battaglia di Di Fiore. «Volevo una scuola nuova», ricorda, «il finanziamento c’era, e gli accordi pre-elettorali prevedevano questo punto che poi è diventato un punto di rottura. Ma le crepe ci sono state da subito, sono diventato ben presto un separato in casa e prima di me si era già dimesso l’assessore all’Urbanistica Antonio Buccella». Ora punta alla poltrona più prestigiosa del municipio: d’altronde «nelle ultime tre consigliature sono stato il più votato», dice.