
BOLOGNANO. Si avviano verso la fase conclusiva i lavori di restauro della chiesa di Santa Maria del Monte, a Bolognano, risalente al 1301. Intanto, nel corso degli interventi di consolidamento della navata e della struttura muraria del monumento rurale è stato rinvenuto un antico documento scritto in latino, purtroppo reso illeggibile dal tempo. Il sindaco di Bolognano, Guido Di Bartolomeo, così parla del ritrovamento: «A seguito di un approfondimento delle indagini diagnostiche effettuate all’interno della chiesa, i restauratori hanno rinvenuto un vano nel quale è emerso un documento scritto in latino che attualmente custodisco e del quale provvederò a far recuperare l’integrità e la leggibilità». Nel frattempo il sindaco rende noti gli sviluppi della riqualificazione della chiesa che si trova nell’omonima contrada: «Il progetto per il restauro e l’adeguamento sismico dell’importante monumento è in fase conclusiva», fa sapere Di Bartolomeo, «e i tecnici del Provveditorato delle opere pubbliche dell’Aquila stanno procedendo al rilievo ed ai sondaggi statici dell’intero complesso architettonico. Le opere riguardano l’incatenamento ed il consolidamento delle strutture in fase di collasso, nonché il restauro della navata e dell’apparato decorativo. Si sta compiendo un lavoro importante per un importo complessivo di circa tre milioni di euro, a valere sui fondi del Pnrr, che consentirà di restituire alla devozione mariana uno dei nostri luoghi di maggior pregio storico, per anni rimasto coperto allo sguardo dei fedeli». Il sindaco, per ora, non si sbilancia sui tempi di completamento dei restauri, ma li ritiene in dirittura d’arrivo. Oltre all’antico documento, Di Bartolomeo annuncia che «durante i rilievi e l’indagine conoscitiva che gli esperti stanno eseguendo nell’intera navata, e nella lunetta sul presbiterio, è stato possibile riconoscere porzioni dell’apparato figurativo dipinto a coronamento della pala d’altare. E grazie ad una cittadina del luogo che ci ha consegnato una fotocopia d’epoca, i tecnici hanno potuto riconoscere le figure dipinte sotto lo scialbo (lo strato di colore dell’intonaco) rappresentanti figure di angeli ed amorini», conclude Di Bartolomeo.