PESCARA. Il deputato di Fratelli d’Italia Guerino Testa e il coordinatore provinciale Stefano Cardelli, ieri, hanno rilanciato le condizioni del partito: 4 assessori, tre uomini e una donna. Ieri, nella sede FdI in via Forca d’Acero, il vertice del centrodestra sulla giunta Masci bis si è chiuso senza un accordo. E se le trattative proseguiranno senza una svolta imminente, l’ultima parola sarà quella del sindaco Carlo Masci, rieletto al primo turno con il 50,95%. Masci vuole impegno incondizionato dagli assessori anche perché la nuova amministrazione resterà in carica, se la fusione con Montesilvano e Spoltore si farà davvero in due anni e mezzo, soltanto fino al 2027: nessun rodaggio e zero tempi morti per l’insediamento, il sindaco vuole assessori pronti a macinare delibere fin dal giorno della nomina. Per questo, metà giunta potrebbe essere la conferma della precedente: entro la fine della settimana prossima potrebbe arrivare l’annuncio.
Finora, FdI e Forza Italia, primo e secondo partito della coalizione lontani appena 69 voti (18,01% con 8 eletti e 17,90% con 7 eletti), restano su due rette parallele. La trattativa ruota intorno alle quote rosa: su 9 assessori, 4 devono essere donne; e poi c’è l’incarico della presidenza del consiglio comunale e, per questo ruolo, Masci pretende «autorevolezza, esperienza e competenza», così ha scritto nella lettera riservata inviata agli eletti. FdI vuole mettere tre uomini e una donna, Zaira Zamparelli, la più votata del partito con 699 preferenze. Una proposta irricevibile per Forza Italia, presente alla riunione con il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri, coordinatore provinciale degli azzurri: la linea di Sospiri è due donne di FdI e due di Forza Italia, pari e patta. E poi un posto alla Lega, pronta a schierare in giunta Adelchi Sulpzio, e un altro per Pescara Futura, con il più votato Luigi Albore Mascia che potrebbe ottenere l’incarico della presidenza del consiglio comunale. Il modulo per la giunta, mutuando il calcio, è un 4-4-1-1, appoggiato da Miki Lepore, coordinatore della lista di Pescara Futura, e da Emanuele Evangelista, segretario provinciale della Lega.
È un mosaico complicato quello del centrodestra: ci sono le ambizioni personali di candidati da centinaia e centinaia di preferenze da tenere in considerazione. In FdI i più votati sono Cristian Orta (1.143), Alfredo Cremonese (874), Gianni Santilli (857), Roberto Carota (718), Massimo Pastore (704) e Zamparelli. È evidente che, in caso di due assessori uomini, uno tra Orta, Cremonese e Santilli resterà fuori. Chi sarà? Orta, consigliere uscente, è il più votato di Pescara; Cremonese e Santilli sono assessori della prima giunta Masci ed entrambi, come candidati alle ultime regionali, hanno portato voti in dote a Marsilio. Soprattutto Santilli che, da primo nella lista Marsilio Presidente, si è visto poi scavalcare da Nicoletta Verì chiamata dal governatore a gestire la sanità abruzzese. FdI preme per tre assessori uomini proprio per evitare scontri interni ma tutti gli altri della coalizione hanno bocciato già questa ipotesi.
Anche in Forza Italia c’è un ingorgo con il rischio di esclusi eccellenti: il più votato è Massimiliano Pignoli (1.052), a seguire Marcello Antonelli (890), Valeria Toppetti (822), Maria Rita Carota (814), Eugenio Seccia e Claudio Croce entrambi appaiati a 799. Masci vuole Seccia in giunta per affidargli ancora la delega al bilancio: con il Comune in uscita dal predissesto dal 1° gennaio del 2025 e con la possibilità di abbassare le tasse dopo 10 anni di sacrifici, il sindaco vuole continuità e, a fronte dei risultati, nessuno dovrebbe mettersi di traverso. Ma trovare la quadra non è un affare semplice. Anche negli azzurri ci saranno quelli che Masci ha chiamato «inevitabili scontenti».