
CASALBORDINO. Mancano ormai pochi giorni alla Pasqua, ma quest’anno per i settanta dipendenti della Esplodenti Sabino sarà una ricorrenza amara. Dal primo gennaio non percepiscono più alcun emolumento. La cassa integrazione straordinaria è finita a dicembre. La cassa integrazione di sei mesi per la riconversione che era stata promessa, in realtà non è stata ancora concessa. «Faccio appello alle istituzioni», dice Emilio Di Cola della Cgil, «e rivolgo un sollecito all’Inps e al ministero affinché sblocchino questa situazione che sta creando angoscia a settanta famiglie. Da tre mesi i lavoratori sono senza soldi. È una situazione davvero triste».
Le Rsu hanno convocato per domani una riunione nel corso della quale si discuterà della situazione non facile che stanno vivendo i dipendenti della Esplodenti Sabino. Eppure un mese fa sembrava che la situazione fosse stata sbloccata. L’8 febbraio a Roma si è tenuto un incontro tecnico al ministero della Difesa alla presenza della direttrice del settore Industria e difesa, Fiammetta Solomone, rappresentanti della Regione, Confindustria, sindacati e amministratori comunali di Casalbordino per gettare la basi della futura Esplodenti Sabino. Il presidente della Regione, Marco Marsilio, in quella sede aveva ribadito l’impegno a trovare una soluzione. Il 10 febbraio si è tenuto un altro incontro nel corso del quale si è parlato di cassa integrazione e della necessità di prorogare gli ammortizzatori sociali garantendo così un futuro ai 70 lavoratori. Nell’ambito della ristrutturazione è inevitabile un momento di fermo per la forza lavoro. Per questo erano stati chiesti altri sei mesi di cassa integrazione ordinaria per riconversione, da effettuarsi a rotazione a seconda delle necessità. «Da allora non si è saputo più nulla», riprende Emilio Di Cola. «Ottenere la cassa integrazione per sei mesi è importante per queste famiglie».
A febbraio sono stati riaperti gli uffici della fabbrica. Le istituzioni sono al lavoro per arrivare alla riconversione della polveriera. Ottenere la Cig è un passaggio importante. Non è escluso che la magistratura disponga a breve il dissequestro completo dell’area sequestrata il 13 settembre 2023, giorno dell’incidente costato la vita a tre lavoratori, Giulio Romano, 56 anni, di Casalbordino, Fernando Di Nella, 50, di Lanciano e Gianluca De Santis, 40 di Palata (Campobasso). (p.c.)
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