
PESCARA. Con l’autorizzazione alla trattazione in presenza del processo Rigopiano, rilasciata dal presidente del collegio della Corte d’Appello dell’Aquila Aldo Manfredi, è stato fissato anche il calendario delle udienze. La sentenza di secondo grado, per quel disastro che il 18 gennaio del 2017 costò la vita a 29 persone rimaste sotto le macerie dell’hotel spazzato via da una valanga (ritenuta nella sentenza di primo grado imprevedibile), è prevista per il 9 febbraio del prossimo anno. Ma prima si terranno ben dieci udienze per sviluppare gli interventi di accusa, parti civili e difese.
Si inizia il 6 dicembre prossimo con le costituzioni delle parti, la relazione del presidente e l’intervento della procura generale che, in questo delicato processo, verrà tenuto dai due pm che hanno sostenuto l’accusa a Pescara, cioè Anna Benigni e Andrea Papalia (a Pescara c’era stata anche la requisitoria del procuratore Giuseppe Bellelli), che hanno chiesto ed ottenuto l’applicazione all’Aquila per questo caso che ha richiamato l’attenzione dei media nazionali e internazionali, e sul quale hanno lavorato a fondo. Insieme alle parti civili (che sono 10 a fronte delle 120 in primo grado), il 13 dicembre ci saranno le conclusioni delle parti civili che non hanno presentato appello e la prima parte della discussione degli imputati appellanti: Bruno Di Tommaso (gestore dell’hotel condannato a 6 mesi), Mauro Di Blasio (funzionario della Provincia condannato a 3 anni e 4 mesi), Giuseppe Gatto (un tecnico condannato a 6 mesi), e con l’inserimento di Antonio Di Marco per il quale i difensori chiedono che l’assoluzione con la formula «perché il fatto non costituisce reato» venga sostituita con «il fatto non sussiste».
Si tornerà poi in aula il 20 dicembre, una settimana dopo, con le difese degli altri due imputati condannati: Paolo D’Incecco (all’epoca dirigente della Provincia condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi) e Ilario Lacchetta (sindaco di Farindola condannato a 2 anni e 8 mesi). Dopo la pausa natalizia si tornerà in aula con un tour de force: il 10 gennaio discuteranno le difese degli imputati per i quali la procura ha chiesto la condanna e vennero invece assolti in primo grado: Vincenzo Antenucci, Sabatino Belmaggio e Pierluigi Caputi: il 12 gennaio a discutere saranno i difensori di Leonardo Bianco, Tino Chiappino, Enrico Colangeli e Ida De Cesaris; il 17 gennaio sarà la volta delle difese di Antonio De Vico, Massimiliano Giancaterino, Carlo Giovani, Giulio Honorati e Andrea Marrone. Il 24 gennaio toccherà agli avvocati di Enrico Primavera e dell’ex prefetto, Francesco Provolo. Il 26 gennaio Luciano Sbaraglia, Carlo Visca e la Gran Sasso Resort, mentre il 31 gennaio parleranno i difensori di Salvatore Angieri, Sergio Mazzia e Giancarlo Verzella. La discussione delle difese si chiuderà il 7 febbraio con i legali di Giulia Pontrandolfo e Daniela Acquaviva e con le eventuali repliche. Il 9 febbraio, invece, l’intera udienza sarà dedicata alla lettura del dispositivo di sentenza.
Un calendario serrato che si aprirà con la requisitoria della pubblica accusa che, con il suo ricorso, ha chiesto la condanna di 25 dei 30 imputati che in primo grado furono giudicati dal gup Gianluca Sarandrea con il rito abbreviato: un primo grado che vide soltanto 5 condanne a fronte delle 26 richieste dalla pubblica accusa (per un totale di 151 anni di reclusione), delle quali soltanto due (D’Incecco e Di Blasio) legate al reato più pesante di disastro colposo. La requisitoria sarà abbastanza stringata (considerato che tutto è stato ampiamente trattato nel ricorso in appello già depositati alla Corte) visto che i pm tratteranno i paragrafi introduttivi di ogni singolo capo di imputazione.