COLONNELLA. Perde ai videopoker e si vendica rapinando la sala slot. I carabinieri, però, lo smascherano grazie alle telecamere e fanno scattare l’arresto. È finito in carcere il tortoretano, già noto alle forze dell’ordine, che a fine aprile ha messo a segno il raid nella sala giochi Admiral, nella zona commerciale di Colonella. Il rapinatore, con il volto coperto e un grosso cacciavite in mano, aveva fatto irruzione nel locale alle 5 del mattino, mentre una dipendente era impegnata nelle operazioni di chiusura dell’attività della nottata precedente.
La giovane donna era stata minacciata di morte e strattonata dall’aggressore che si era fatto consegnare l’incasso di circa 1.100 euro prima di dileguarsi a piedi . L’attività d’indagine dei militari della stazione di Colonnella si è concentrata sull’acquisizione delle immagini del sistema di videosorveglianza della sala slot grazie alle quali è stato possibile ricostruire la dinamica della rapina e acquisire importanti elementi sulla fisionomia del malvivente. Le registrazioni hanno consentito agli inquirenti di verificare che la stessa persona immortalata aveva trascorso la serata precedente nel locale, perdendo una forte somma di denaro ai videopoker. Le immagini hanno anche consentito di individuare i punti in cui il rapinatore aveva appoggiato le mani lasciando le proprie impronte digitali. Queste sono state prelevate dai carabinieri e inviate al Ris di Roma per la comparazione con le impronte custodite nella banca dati nazionale Afis.
La verifica ha permesso di identificare il tortoretano. Le sue impronte, infatti, erano già censite e corrispondevano a quelle trovate nella sala slot. Sulla base di questi riscontri investigativi dell’attività coordinata dalla procura della Repubblica di Teramo, il gip ha emesso a carico del presunto autore della rapina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nelle prime ore di mercoledì , dunque, i militari delta stazione di Colonnella, coadiuvati da altro personale della compagnia di Alba Adriatica, hanno quindi catturato l’indagato nella sua abitazione e lo hanno condotto in carcere. (g.d.m.)
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