
ATRI. «I lupi hanno sbranato tutto il mio gregge di pecore, hanno distrutto il lavoro di una vita». È il grido disperato del giovane allevatore Pierluigi Carulli, che ha scelto di dedicarsi alla vita di campagna nonostante le innumerevoli difficoltà adesso legate e accentuate di recente da siccità e aumento dei prezzi. Le affrontate con determinazione, ma si è trovato a fare i conti con un altro problema: i lupi che si sono spinti fino alla sua proprietà in contrada Caseri di Atri.
La scorsa settimana l’attacco che ha di fatto azzerato il suo gregge con l’uccisione dell’ultima delle 17 pecore che aveva all’inizio. «Non sappiamo più cosa fare per arginare il problema delle incursioni dei lupi», fa sapere il giovane allevatore, «ho contattato il direttore dell’Oasi dei calanchi Adriano De Ascentiis e ho segnalato tutto alla Asl, ma la situazione è sempre più grave». Carulli non ha solo l’attività legata al gregge ormai distrutto, ma si fa interprete delle difficoltà patite anche da tanti allevatori che non hanno altri mezzi di sostentamento. «Ci troviamo a combattere un fenomeno crescente», afferma, «incontro i lupi quasi tutte le sere vicino la campagna e nessuno si è deciso a prendere provvedimenti: sono una animalista e non voglio l’ abbattimento, ma i lupi devono tornare nel loro habitat, in montagna».
L’allevatore sottolinea che «qui ormai si convive con il terrore, si fa tanto per tirare su gli animali e poi di punto in bianco arrivano i lupi e li fanno fuori tutti: sono rimasto senza nulla e rassegnato». Il problema dei branchi che vagano per le colline non si registra solo ad Atri. Mesi fa anche nell’entroterra pinetese fu segnalato un attacco da parte di lupi che azzannarono diversi agnelli e costrinsero il proprietario addirittura a barricarsi in casa per paura di essere aggredito. (d.f.)