MARTINSICURO . «Quello che oggi ci viene propinato come un successo di un solo uomo, di un solo partito e di una sola parte politica rappresenta una vera e propria mistificazione della realtà e un insulto per i cittadini». Ad affermarlo è il Pd truentino con il capogruppo consigliare Giuseppe Capriotti dopo il via libera alla realizzazione del ponte ciclopedonale sul Tronto. «Finalmente», afferma il rappesentante dell’opposizione in Comune, «abbiamo avuto conferma nei giorni scorsi della concreta realizzazione di questa importante opera infrastrutturale da parte della Regione Marche. A inizio settimana è stata pubblicata la gara per la realizzazione del ponte ciclopedonale sul Tronto: un’opera che costerà 3,5 milioni di euro, di forte e strategico impatto turistico ed economico e di grande sostegno alla mobilità sostenibile».
Capriotti evidenzia che, a differenza di quanto sostenuto dal sindaco Massimo Vagnoni, «che si è affrettato a liquidarci come perditempo e lamentosi», il Pd ha avuto «il coraggio in questi anni di mantenere alta l’attenzione su questo tema protestando, sempre pacificamente, per i ritardi estenuanti e per la rimodulazione dei fondi a fine 2022, che destinati al ponte sono andati a finanziare il Giro d’Italia». Il rappresentante Dem ricorda che la struttura doveva essere pronta da tempo. «C’erano convenzioni e soldi», spiega, «tutto cancellato dai governi regionali di destra senza una parola di contrarietà da parte dei nostri amministratori: probabilmente chi rappresenta questa comunità non si è sentita in dovere di lamentare la propria contrarietà a questi ritardi perché aveva da pensare più alla poltrona da presidente della Provincia che al ponte ciclopedonale». A detta di Capriotti, inoltre, «lascia perplessi che questi traguardi non siano rivendicati come un successo e un impegno di tutta la collettività, ma di un singolo partito o di un singolo politico. Come anche vedere l’immagine di questi progetti pagati dal pubblico, dunque dai cittadini, associati a manifesti elettorali dei singoli partiti è davvero sgradevole e poco istituzionale».
Sandro Di Stanislao