LANCIANO. Ha scritto al prefetto di Chieti Mario Della Cioppia, all’Ersi e all’Agenzia regionale della protezione civile, la Sasi per spiegare quanto sta accadendo negli 87 comuni gestiti e chiedere aiuto per un’emergenza idrica che diventa ogni giorno più pesante. Aumentano le temperature e con esse i consumi, le sorgenti sono sempre più a secco, i serbatoi sempre più vuoti e di conseguenza aumentano le chiusure, i razionamenti che coinvolgono ora 49 comuni a cui si aggiungono ogni giorno altri per rotture e lavori urgenti e per l’eccessivo consumo. Insomma quasi tutti i 160mila utenti Sasi soffrono per la carenza di acqua. Una situazione insostenibile.
«La Sasi, che in queste settimane sta cercando con ogni mezzo di contenere e ridurre i disagi, ora ha deciso di informare il prefetto, l’Ersi e la protezione civile della situazione», spiega il presidente Gianfranco Basterebbe. «Una lettera per documentare, anche con grafici e dati precisi, la condizione attuale in merito alla disponibilità della risorsa, mai così scarsa tanto da superare quello che era stato l’anno più buio, il 2007 (quando la principale condotta, la del Verde erogava 800 litri al secondo anziché i 1.200 necessari per soddisfare le richieste, ndc). L’autunno-inverno senza neve, le alte temperature, la mancanza di piogge ha comportato che i serbatoi che alimentano i comuni gestiti dalla società non siano in grado di rispondere alla richiesta idrica. Per garantire acqua e pressioni adeguate (molti palazzi anche a Lanciano non hanno acqua dalle ore pomeridiane per la pressione troppo bassa, ndc), per consentire il riempimento delle vasche di accumulo si è deciso di sospendere l’erogazione di notte».
Ma le sospensioni che erano a rotazione tra una dozzina di comuni, e solo di notte, sono diventate sempre più massicce, tanto che ora sono 49 i Comuni dove ogni sera l’acqua va via e non dalle 22 ma anche dalle 20 alle 6. Alcune aree sono a secco già dalle ore pomeridiane. «Siamo anche nel periodo, luglio-settembre, di diminuzione progressiva della portata delle sorgenti», precisa Fabrizio Talone, responsabile reti adduzione e distribuzione della Sasi, «e se non sarà accompagnato come negli anni passati da una progressiva diminuzione di richiesta di fornitura, potrebbe essere necessario aumentare l’intervallo delle sospensioni». E queste pessime notizie possono diventare catastrofiche se l’Arap che alimenta le aree di Vasto Marina e San Salvo Marina con circa 80 litri al secondo dovesse diminuire la fornitura o cessarla. «Le città così dovrebbero essere alimentate dalla sorgente del Verde e questo comporterebbe un inasprimento delle sospensioni su tutti i 40 comuni serviti dalla sorgente principale della Sasi», precisa Talone. «L’auspicio è che quegli 80 litri al secondo non diminuiscano».