
SAN BENEDETTO DEI MARSI. Da una settimana, Andrea Lembruni ha ricevuto oltre quattromila tra offese e minacce di morte. Motivo per cui i legali sono al lavoro per presentare un esposto in Procura: un altro degli strascichi giudiziari della morte dell’orsa simbolo d’Abruzzo. Leombruni ne ha sentite di ogni tipo: minacce di morte, violenze, avvertimenti. Qualcuno gli ha urlato per telefono «di non farsi vedere più in giro» e di «restare rinchiuso in casa», altrimenti avrebbe pagato caro le conseguenze del suo gesto. Materiale che potrebbe varcare presto la soglia della Procura di Avezzano, che ha già aperto un fascicolo sull’uccisione dell’orsa. Telefonate e messaggi che non hanno risparmiato nemmeno i familiari dell’allevatore: qualcuno ha pensato bene di chiamare pure la madre di 85 anni e augurarle di morire. Da venerdì scorso l’abitazione di Leombruni è sorvegliata h24 da una pattuglia dei carabinieri. Troppo l’odio piovuto addosso all’uomo che con un colpo di fucile ha freddato Amarena. Una situazione delicata anche per gli avvocati che difendono il 56enne: l’ultimo a ricevere minacce è stato Berardino Terra, del Foro di Avezzano. Il legale, uno dei due difensori insieme a Stefano Guanciale, riceve da giorni avvertimenti di ogni tipo: una delle telefonate è stata ascoltata anche dai carabinieri di San Benedetto dei Marsi durante la prima perquisizione a casa di Leombruni. E da qualche giorno l’allevatore ha scelto di fuggire dall’odio che serpeggia sui social, oscurando il proprio profilo Facebook e anche quello della norcineria di famiglia. Nei giorni scorsi qualcuno aveva anche postato foto e video del locale invitando gli utenti a boicottare la norcineria. Non solo: nelle ore immediatamente successive alla morte di mamma orsa, alcune associazioni animaliste avevano riempito le bacheche con la foto dell’uomo etichettandolo come «l’assassino di Amarena». Post che hanno raccolto migliaia di like e condivisioni. Domenica scorsa Leombruni aveva detto di non riuscire più a mangiare e dormire dopo quanto accaduto. È indagato per uccisione di animale per crudeltà o senza necessità. (l.p.)
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