
CASTEL DI SANGRO. Da ieri ci sono tre indagati nell’inchiesta aperta dalla procura di Sulmona sulla morte di Antonio Di Lollo, l’artigiano di 46 anni originario del Molise titolare di un’impresa di tinteggiatura, rimasto folgorato lo scorso 31 agosto mentre lavorava in un capannone nel comune di Castel di Sangro. Si tratta di F.F., rappresentante legale di un’azienda di confetture del posto, titolare insieme alla sorella sia dell’azienda di famiglia che del capannone. Oltre a lui sono indagate due persone residenti nel Molise legate al noleggio del cestello elevatore che l’artigiano stava utilizzando nel momento in cui si è verificata la tragedia. L’ipotesi di reato contestata ai tre indagati è l’omicidio colposo oltre a presunte violazioni in materia di sicurezza sul luogo di lavoro. Bisogna sottolineare che l’avviso di garanzia fatto recapitare dal sostituto procuratore Edoardo Mariotti, titolare delle indagini, è strettamente legato ai due accertamenti irripetibili svolti nella giornata di ieri, decisi dal magistrato inquirente per venire a capo della tragica vicenda: l’autopsia per chiarire le cause del decesso dell’artigiano e le perizie relative al mezzo che l’uomo stava utilizzando e allo stato dei luoghi, quindi anche alle distanze dei cavi elettrici dal terreno e dal capannone. Inoltre, la Procura ha chiesto anche di verificare eventuali anomalie o irregolarità sul piano della sicurezza sul luogo di lavoro. Da ieri il perito ha 90 giorni di tempo per consegnare la relazione tecnica con cui dovrà rispondere a tutti i quesiti formulati dalla procura, mentre l’anatomopatologo Ildo Polidoro, che ha eseguito l’autopsia nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dovrà rispondere entro 60 giorni ai quesiti relativi alle cause del decesso. L’imprenditore di Castel di Sangro, difeso dall’avvocato Andrea Liberatore, si è detto «affranto e disperato per l’accaduto», sostenendo fin dal primo momento di essersi rivolto a una ditta specializzata, e quindi a un professionista del settore che si occupa di pittura e tinteggiatura, per restaurare la facciata del capannone dell’azienda di famiglia. Era il primo pomeriggio del 31 agosto scorso quando Di Lollo, titolare di un’impresa di tinteggiatura, mentre stava lavorando sulla facciata del capannone di un’azienda di confetture di Castel di Sangro, avrebbe urtato con il cestello elevatore i cavi della linea elettrica, collocati a distanza ravvicinata, come emerso fin dai primi accertamenti, rimanendo folgorato. A nulla sono valsi i soccorsi, e i tentativi di rianimare l’artigiano da parte del personale del 118. I carabinieri intervenuti sul posto, hanno eseguito tutti i rilievi del caso procedendo al sequestro della porzione di cantiere dove è avvenuto il tragico incidente sul lavoro.
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