TERAMO. Nell’Italia di femminicidi e maltrattamenti senza tregua, numeri e storie continuano a declinare la cronaca quotidiana nonostante nuove leggi, norme giuridiche di più immediata e veloce applicazione come il Codice rosso. Con i particolari a fare la differenza. Come in questo caso.
Un quarantenne teramano allontanato dalla casa familiare con l’accusa di aver picchiato la moglie davanti al figlioletto disabile, di aver tentato di sfondare a calci la porta della camera da letto dove i due si erano rifugiati per paura e di aver sottratto a lei il bancomat collegato al conto corrente su cui viene accredita l’indennità economica per il figlio disabile assistito con la legge 104.
A chiamare i carabinieri è stata la donna che ha raccontato anche di violenze passate avvenute sempre davanti al bambino. Immediate le indagini disposte dal pm di turno Enrica Medori e la successiva richiesta per l’allontanamento dalla casa familiare che è stata accolta dal gip. Nelle pagine dei primi atti i passaggi di una storia drammaticamente uguale a tante altre: in passato ci sarebbero stati anche altri episodi di maltrattamento mai denunciati dalla donna. Che ha deciso di farlo quando la violenza ha sfiorato suo figlio: perché lo sguardo di un bambino non è mai indifferente a quello che succede tra i genitori. Soprattutto quando assiste a maltrattamenti. Di qualsiasi natura. Per gli psicologi è «violenza assistita», per il codice penale un’aggravante. L’uomo, infatti, è indagato per maltrattamenti aggravati. Dopo essere stato raggiunto dal provvedimento di allontanamento dalla casa familiare, nei prossimi giorni comparirà davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia: potrà avvalersi della facoltà di non rispondere o dare la sua versione dei fatti. I casi di maltrattamenti in famiglia di violenza nel Teramano, così come ovunque, sono sempre più in crescita: nel 2022 i carabinieri del comando provinciale, proprio in seguito alle procedure di Codice rosso, sono state denunciato 276 persone, di cui due arrestate, chiesto, ottenuto e applicate 79 misure cautelari di cui 22 in carcere, 5 ai domiciliari, 35 divieti di avvicinamento alle vittime. Nei primi sei mesi dell’anno scorso ci sono state 14 denunce e 45 misure cautelari di cui 5 in carcere, 4 ai domiciliari, 15 divieti di avvicinamento alle vittime. Sempre mariti violenti allontanati dalla casa coniugale, sempre donne picchiate, maltrattate, oltraggiate che hanno imparato a denunciare, a raccontare. Come è successo nell’ultimo caso con lei che ha chiamato i carabinieri per denunciare il padre di suo figlio.
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