PESCARA. Un altro piano anti rumori, stavolta per mettere i limiti alla movida di Pescara vecchia. L’amministrazione Masci, tra le polemiche interne al centrodestra e le proteste dei commercianti, è ancora alle prese con l’esame del Piano di risanamento acustico per piazza Muzii, via Battisti e via De Cesaris: l’accordo non si trova. In questo scenario di tutti contro tutti, il Comune ha appena affidato a un ingegnere, Marco Boilini di Pescara, l’incarico di «elaborare» un piano contro il frastuono anche per il triangolo di corso Manthoné, via delle Caserme e piazza Unione: «Il fine che si intende perseguire è la garanzia dell’igiene pubblica», recita la determina firmata dalla dirigente Emilia Fino. La redazione del Piano di risanamento acustico per il centro storico costerà 9.308 euro. Per questa stessa zona, nelle due settimane prima di Pasqua, il sindaco Carlo Masci aveva ordinato lo stop alla musica a mezzanotte.
Ma se in consiglio il Piano per piazza Muzii fosse bocciato, cosa accadrebbe per corso Manthoné? Nessuno può prevederlo ma, nella maggioranza di centrodestra, la voce insistente è che, per il centro storico, si potrebbe prendere tempo. Ma gli atti amministrativi raccontano un’altra verità che sa di urgenza: la determina del Comune, firmata il 28 aprile scorso, spiega perché è necessario un piano anti rumori anche a Pescara vecchia: il 7 novembre scorso, in municipio, era arrivato «un esposto dei residenti per la situazione di degrado del centro storico con riferimento soprattutto all’inquinamento acustico». A seguire, l’Arta aveva fatto i rilievi e scoperto «un notevole superamento del valore limite di immissione notturno ascrivibile», secondo i tecnici dell’Arta, «alla musica amplificata diffusa dai numerosi locali presenti in zona e dal rumore antropico prodotto dai frequentatori dei locali stessi nonché dalle numerose persone presenti in strada». Il 2 marzo scorso, poi, la Asl ha messo alle corde l’amministrazione Masci «prescrivendo» la predisposizione del Piano «che dovrà individuare l’area di riferimento, prevedere la riduzione della rumorosità legata alla gestione dei singoli esercizi, al fine di contenere gli episodi di disturbo, la riduzione dei livelli di rumorosità notturna legata alla presenza di persone in strada, anche non riconducibile a specifici esercizi commerciali, una diversa gestione della raccolta dei rifiuti al fine di ridurre il disturbo e l’esposizione al rumore della popolazione residente. Tale piano dovrà inoltre indicare priorità, modalità e tempi di risanamento». Proprio lo stesso 2 marzo, Masci ha «invitato» gli uffici competenti ad avviare il procedimento amministrativo senza perdere tempo: un atto dovuto secondo il sindaco «da attuare per legge». E ora che l’incarico è stato affidato, l’ingegnere avrà 90 giorni di tempo per presentare il Piano «indicando priorità, modalità e tempi di realizzazione e con correlata stima dei costi di intervento». Viste queste premesse, potrebbe essere davvero possibile prendere tempo?
Intanto, il consiglio comunale, che avrebbe dovuto dare un via libera lampo al Piano per il centro, si trascina invece dal 28 aprile scorso e la seduta di lunedì scorso è stata aggiornata a lunedì prossimo: dei 138 emendamenti presentati, ne restano da esaminare circa quaranta. Oltre al centro e a Pescara vecchia, la città ha un altro polo del divertimento: in estate, la movida invade il lungomare. Finora, non sono state avanzate ipotesi di limiti ai locali della riviera per i mesi di giugno, luglio e agosto.