TERAMO
Finiscono davanti al Tar i due provvedimenti di sospensione decisi dall’Ordine dei medici per Roberto Petrella, il medico teramano no vax da febbraio agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio colposo dopo la morte di un paziente. Il medico ha impugnato davanti ai giudici del tribunale amministrativo entrambi i provvedimenti che gli sono stati notificati a distanza di poche settimane l’uno dall’altro dall’Ordine provinciale dei medici (presieduto da Cosimo Napoletano) che lo ha sospeso dalla professione prima per la mancata vaccinazione anti Covid e poi per l’inchiesta in corso. . Petrella è già destinatario di un provvedimento non definitivo di radiazione dall’Ordine dei medici che è stato impugnato e che è scaturito negli anni scorsi dalla campagna condotta dal ginecologo contrario alla vaccinazione contro l’Hpv, cioè il papilloma virus, sulle ragazze di 12 anni. E anche per i nuovi provvedimenti si annuncia il ricorso. Intanto, per quanto riguarda gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria, nei prossimi giorni dovrebbero essere depositati i risultati degli esami istologici riferiti all’autopsia eseguita dopo la riesumazione di Gennaro S., camionista casertano di 68 anni, che dal 2020 era in cura da Petrella e che a dicembre è morto. L’uomo e la compagna, come da questa riferito agli investigatori, avevano visto su Facebook diversi video del medico teramano e l’avevano contattato per un consulto. Da quel momento il camionista ne era diventato un paziente. L’uomo più volte sarebbe stato a Teramo per farsi visitare. Da ottobre i contatti sarebbero stati solo telefonici. L’ultima volta la mattina del decesso, l’8 dicembre scorso, quando – sostiene l’accusa – Petrella avrebbe prescritto al paziente, che accusava febbre alta e malesseri diffusi da giorni, vitamine e integratori a base di funghi, sconsigliandogli di recarsi in ospedale. Il medico, in un lungo interrogatorio di garanzia, si è difeso sostenendo di non aver fatto morire nessuno e di aver detto alla moglie del paziente di chiamare l’ambulanza. Diversa la ricostruzione fatta dai magistrati sulla base delle intercettazioni telefoniche. Il medico è ancora agli arresti domiciliari dopo la nuova misura chiesta ed ottenuta dalla Procura teramana dopo che gli atti sono arrivati dalla Procura calabrese. (d.p.)
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