AVEZZANO. Prosegue alacremente la raccolta di firme, promossa dalla Coldiretti, per chiedere al governo una legge che vieti la produzione e la commercializzazione di cibi preparati in laboratorio, facendo a meno di coltivare i campi, allevare animali e pescare. Sembra incredibile ma, stando a quanto riferisce la Coldiretti, già per l’inizio del 2023 i colossi della tecnologia avanzata, della chimica e della finanza, si apprestano a presentare all’Unione europea le prime richieste di autorizzazione per l’immissione in commercio di questo genere di alimenti.
Nella provincia dell’Aquila, fa sapere Domenico Roselli, direttore Coldiretti provinciale, hanno sottoscritto la petizione oltre un migliaio di cittadini, e tra questi ci sono anche i vescovi di Avezzano Giovanni Massaro e di Sulmona Michele Fusco. Sono stati inoltre contattati, tra gli altri, l’arcivescovo dell’Aquila Giuseppe Petrocchi e il senatore del Pd Michele Fina, per avere anche la loro adesione.
Intanto il capogruppo dell’Aquila al centro Daniele D’Angelo, che è anche segretario provinciale del partito, annuncia che non solo ha sottoscritto la proposta di Coldiretti contro il cibo sintetico, ma che «invita anche a farlo chiunque abbia a cuore la salute, l’ambiente, le tradizioni e l’economia del territorio. L’enogastronomia e le attività agricole e zootecniche», afferma D’Angelo, «rappresentano, in sinergia con il turismo e la ricettività, una delle principali risorse, se non la principale, per l’intera Italia e in particolare per l’entroterra appenninico. L’avvento del cibo sintetico», sottolinea in conclusione D’Angelo, «rischia di minarla alle fondamenta, oltre a essere un pericolo per la salute dei consumatori». (n.m.)