TERAMO. Incontro, dialogo e partecipazione: sono i filoni sui quali si muove la Cgil di Teramo nell’ambito dell’organizzazione dei congressi di categoria che stanno per prendere il via sul territorio. Si parte lunedì da Atri con la Fisac (federazione lavoratori assicurazione e credito) per chiudere il ciclo giovedì 29 dicembre col congresso SPI (sindacato pensionati) a Civitella del Tronto.
Un mese di appuntamenti che porterà tutte le sigle di categoria a confrontarsi coi propri iscritti e coi territori, a ragionare sul futuro del sindacato e ad affrontare le principali criticità che vivono i teramani. Tutto con al centro il tema del lavoro. Gli incontri, che saranno occasione anche per il rinnovo delle cariche, vedranno la sintesi il 10 e l’11 gennaio nel congresso provinciale della Cgil che si terrà all’università e nel corso del quale sarà eletto anche il nuovo segretario. Giovanni Timoteo, infatti, va in pensione dopo sette anni al timone del sindacato. Ieri i segretari di categoria hanno illustrato il programma degli appuntamenti, accendendo i riflettori su alcune delle maggiori criticità del Teramano: dal dilagante precariato che colpisce soprattutto i più giovani e settori delicati del mondo del lavoro, alle difficoltà dei pensionati, dalla “desertificazione bancaria” all’emergenza sicurezza sui mezzi di trasporto e nei luoghi di lavoro. Un quadro complesso quello attuale dove «il sindacato deve ritrovare la sua centralità, rendere i lavoratori partecipi, spingere verso un ampio coinvolgimento», ha detto Timoteo.
Natascia Innamorati (Fiom), Mauro Pettinaro (Filcams) e Aurelio Di Eugenio (Filt) hanno sottolineato come il precariato sia una grave piaga che tocca settori profondamente diversi fra loro: dall’industria al commercio fino ai trasporti, si applicano contratti che vedono salari bassi e scarse tutele. Spesso non vengono pagati i premi di produttività, come nel caso del colosso Zara (che ha sede anche a Teramo) dove i lavoratori hanno dichiarato lo stato di agitazione; o non vengono applicati i contratti nazionali, come nel caso dei rider.
Preoccupante la condizione dei pensionati teramani. «Il 52% percepisce una pensione inferiore ai mille euro al mese; e in 1300 non sono autosufficienti. Il caro vita e il caro bollette stanno dando a queste persone, che già a stento arrivano a fine mese, un colpo durissimo», ha detto Luigi Scaccialepore dello Spi. C’è poi in provincia il tema della desertificazione bancaria, come l’ha chiamata il segretario della Fisac Gaetano De Lauretis: «Nel 2010 le banche servivano 42 comuni su 49 in provincia di Teramo. Oggi 32. Sempre nel 2010 gli sportelli bancari erano 187, oggi 133. I dipendenti sono passati da 1.259 a 759: un calo del 40%».
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