PENNE. La città di Penne, secondo le statistiche Istat, negli ultimi dieci anni ha perso residenti e servizi. Circa 1.500 abitanti in meno rispetto al 2011 e l’età media salita da 43,8 a 48 anni: una città che invecchia dunque, come raccontano i tanti giovani hanno cercato fortuna fuori dai confini regionali o all’estero. Ma c’è anche chi non va via, o chi torna per restare. «Dal 2004 sono al timone dell’azienda che oggi porta il mio nome e che è stata fondata da mio nonno», dice Diego Pasqualone, titolare dell’azienda agricola di famiglia (150 ettari di vigneti, uliveti, frutteti, legumi, pomodori a pera e cereali) e presidente Agia (giovani imprenditori agricoli). «Le difficoltà ci sono e ci saranno, ma non ho mai mollato. Insieme a mia moglie e ad i miei collaboratori, 10 più 4 che si occupano del commerciale, oggi siamo una realtà anche a livello nazionale. Non ho mai pensato di abbandonare la mia terra e il mio territorio», conclude Pasqualone, la cui azienda conta anche di 2 unità produttive di trasformazione prodotti e ha vinto per due anni consecutivi la medaglia d’oro al Merano wine festival nella categoria passate e pomodoro a pezzi.
È rimasta a Penne, e ha scelto di fare del proprio lavoro una passione, anche Morena Pignoli, oggi apprezzata operatrice turistica nel tour operator Wolftour. «La mia scelta lavorativa è stata distante dalla mia formazione scolastica e universitaria», racconta. «Grazie a un tirocinio formativo, dopo 6 mesi sono stata assunta a Wolftour. Posso dire che ho fatto del mio lavoro la mia passione. In questi anni ho scoperto e ho conosciuto meglio il nostro territorio, non fermandomi anche nei momenti più difficili. Oggi con orgoglio sono anche rappresentante legale dell’azienda che anni fa mi ha dato l’opportunità di lavorare nella valorizzazione del nostro bellissimo territorio».
E c’è anche chi, come Paolo D’Addazio, da due anni titolare del ristorante “Osteria del Leone”, è partito da lontano prima di fare ritorno nella sua Penne. «Ho avuto esperienze in Belgio, rapportandomi con tante realtà, dalle più piccole alle più importanti», racconta il giovane cuoco pennese. «All’estero ho trovato una maggiore libertà finanziaria e servizi migliori. Durante il periodo Covid la mia compagna Melissa mi ha incoraggiato a tornare. È nata così l’attuale Osteria del Leone. È un orgoglio far felici i miei compaesani e tutti i miei clienti con i miei piatti, anche se non nascondo che per tanti versi, a partire dalle tante lungaggini burocratiche che ho incontrato, spesso rimpiango l’estero», dice ancora D’Addazio.
È andato fuori per studio ed è poi tornato, anche Marco Bozzi, titolare del concept libreria-bar Tibo. «Il 15 novembre saranno 9 anni di Tibo insieme al mio socio Tommaso. Sono andato a Roma per studio, dopo aver terminato il liceo a Penne. Andare fuori, oltre alle tante esperienze di vita e di studio, mi ha permesso di apprendere il mestiere del libraio. L’esperienza romana mi ha fatto però capire la bellezza del nostro territorio, soprattutto in termini di qualità della vita: a Penne siamo a 30 minuti dal mare e a 30 dalla montagna, una realtà che in una città metropolitana possono solo sognare. È normale che andrebbero migliorate delle cose, a cominciare dalla viabilità. Noi comunque non molliamo e intendiamo andare avanti con tanto entusiasmo », conclude Bozzi.
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