PESCARA. Secondo giorno di astensione degli avvocati penalisti deliberata per tre giorni, fino a domani, dalla giunta dell’Unione delle Camere penali italiane. Una astensione da ogni attività processuale che ha già costretto i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila a far slittare la sentenza del processo Rigopiano preventivata per domani.
I penalisti hanno proclamato lo stato di agitazione «denunciando le determinazioni assunte dal Governo con l’emanazione del pacchetto sicurezza, violative dei principi di offensività e proporzionalità, tipiche del populismo giustizialista e del diritto penale simbolico». Le Camere penali sostengono che «con tale proclamazione è stata censurata l’irrazionale moltiplicazione delle fattispecie di reato e l’aggravamento delle pene in senso contrario al principio di uguaglianza e di proporzionalità, nonché la perdurante pretesa di affidare al sistema penale la soluzione di ogni situazione di conflitto sociale, facendo gravare in maniera del tutto irrazionale sulla carcerazione il destino dell’intero ordinamento». Nel sottolineare come l’Unione delle Camere penali italiane «aveva fornito il proprio contributo per la redazione delle disposizioni integrative e correttive della riforma Cartabia», la Giunta affronta anche la situazione delle carceri: «A fronte del drammatico fenomeno dei suicidi in carcere, del perdurante sovraffollamento e del conseguente peggioramento delle condizioni di vita cui sono costretti i detenuti ristretti in carceri al collasso, sono venute del tutta a mancare, da parte del Governo, iniziative volte alla decompressione e alla salvaguardia della dignità dei ristretti, proponendosi esclusivamente la progettazione di nuovi spazi detentivi, ovvero l’incremento di strumenti e di risorse in chiave securitaria». (m.cir.)