
PESCARA. I poliziotti della sezione antidroga della squadra mobile l’avevano già arrestato in flagranza nel giugno del 2022 dopo avergli trovato nel marsupio una busta, contenente cocaina, hashish e un mini telefono cellulare, appena ricevuta dalle mani della compagna di un detenuto.
Due giorni fa, per Paolo Aucone, assistente capo della polizia penitenziaria di 57 anni, originario di Tollo, è scattata anche l’interdizione dal lavoro per un anno. Non potrà tornare, quindi, a svolgere servizio in carcere, tantomeno in quello di Pescara. A emettere il provvedimento è stato il gip Nicola Colantonio. Il pm Anna Benigni aveva chiesto i domiciliari. La misura cautelare interdittiva è stata ritenuta dal giudice «sufficiente per scongiurare la realizzazione di ulteriori condotte delittuose».
I fatti contestati si riferiscono al periodo compreso tra aprile e giugno 2022. Stando a quanto emerso dalle indagini della squadra mobile, diretta in questo periodo dal vice dirigente Mauro Sablone, Aucone avrebbe fatto entrare nel carcere di San Donato droga e telefonini in cambio di soldi e di cocaina, di cui risultava essere assuntore.
«Compiendo atti contrari ai suoi doveri d’ufficio», in una occasione ha consegnato a un detenuto uno smartphone, ottenendo in cambio 400 euro; in un’altra occasione ha ricevuto dalla compagna di un detenuto (la stessa con cui è stato sorpreso quando è stato arrestato) 200 grammi di hashish e 20 grammi di cocaina, consegnandoli poi all’interessato, in cambio di 2,5 grammi di cocaina. In un’altra occasione ancora, secondo l’accusa, ha ricevuto sempre dalla stessa donna 196 grammi di hashish e 18,8 di cocaina, portati in carcere al detenuto e ricevendo come compenso 2 grammi di cocaina.
Le indagini della polizia sono state avviate a seguito delle segnalazioni da parte del direttore del carcere di San Donato e del personale in servizio.
Aucone lavorava nella casa circondariale di Pescara dall’autunno del 2021. Prima di arrivare nel capoluogo adriatico era stato a Sulmona. L’arresto, a giugno dell’anno scorso, era avvenuto a 100 metri dal carcere, dove aveva appena terminato il turno di lavoro. I poliziotti della sezione antidroga, che da un po’ lo tenevano d’occhio, l’hanno visto avvicinarsi a una donna, che era in auto, e subito dopo allontanarsi con un marsupio in mano. Tutti e due sono stati bloccati. Lui aveva con sé 20 grammi cocaina già suddivisa in dosi, 200 grammi di hashish e un telefono cellulare molto piccolo. Nel panico totale, ha subito confermato di essere un agente della penitenziaria. In attesa dell’udienza di convalida, era stato richiuso nel carcere di Lanciano. E in carcere era finita anche la donna, una 30enne, già nota alle forze dell’ordine.