TERAMO . Bonificato e chiuso per impedire sosta abusiva e atti vandalici, ma dopo quattro anni di nuovo invaso dai rifiuti e inutilizzato per lo scopo con cui era stato costruito. È una storia che si ripete con ciclica puntualità quella del parcheggio in piazza Donatori di Sangue. Lo spazio sotto l’area circondata dalle case popolari, allestito oltre vent’anni fa e destinato a essere una valvola di sfogo per la sosta delle auto a ridosso del centro storico, resta una ferita urbanistica. L’amministrazione guidata dal sindaco Gianguido D’Alberto, ad agosto del 2018, subito dopo il suo insediamento, fece ripulire e serrare quell’ampio vano sotterraneo diventato rifugio per senzatetto e tossicodipendenti invaso dai rifiuti. Da quel momento in poi, però, la struttura non ha trovato la funzione che doveva avere ed è ripiombata nell’oblio e nell’abbandono. Cumuli d’immondizia, giacigli improvvisati e tracce dell’uso di sostanze stupefacenti sono tornate a occupare quel luogo nascosto tra via Fonte Regina e via Longo. A riaccendere i riflettori sul destino incompiuto del parcheggio di piazza Donatori di Sangue è il gruppo consiliare “Cittadini in Comune” che, in una mozione di prossimo approdo in aula per il voto, propone una forma di riutilizzo. La struttura, la piazza in superficie e il vicino edificio di proprietà Ater dovrebbero rientrare in un accordo pubblico-privato finalizzato ad allestire una «sede di attività socio-culturali e/o di uffici pubblici, in maniera da restituire al quartiere della stazione una zona degradata e inutilizzata, prevedendo che la gestione del complesso immobiliare verrà affidata in partenariato». Ai firmatari della proposta Giovanni Luzii, Osvaldo Di Teodoro e Ivan Verzilli risponde il sindaco. «Per il parcheggio sotterraneo c’è già un progetto che rientra nel cosiddetto bando per le periferie», chiarisce D’Alberto, «si tratta di un percorso avviato e sul quale sono tutt’ora in corso interlocuzioni con il ministero di riferimento dopo la riassegnazione dei fondi sospesi in una fase precedente». (g.d.m.)
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