LANCIANO. «Deciderò a breve, ma per me non è la priorità». Il sindaco Filippo Paolini interviene sulla crisi politica in Comune innescata dalla fuoriuscita dell’assessore regionale Nicola Campitelli dalla Lega con successivo ingresso in Fratelli d’Italia, decretando, a cascata, una serie di riposizionamenti all’interno della maggioranza a guida centrodestra. Motivo del contendere sono le deleghe del vicesindaco e pluri assessore Danilo Ranieri che secondo alcuni, dovrebbe riconsegnare al sindaco perché non più esponente del maggiore gruppo politico nell’amministrazione. «Quando si parla di chiedere “la testa” di qualcuno», considera Paolini, «non è mai piacevole. Ecco perché siamo tutti concordi, nell’amministrazione, a non fare personalismi, visto che nella squadra amministrativa si sono create anche delle amicizie. Quello che mi interessa sono gli obiettivi dell’agenda amministrativa, per il resto i partiti risolvessero tra di loro».
Ma non tutti, nella squadra degli assessori è d’accordo con la piega intrapresa nelle ultime settimane. «Personalmente», rimarca l’assessora al commercio, Maria Ida Troilo, «ho difeso e difendo il lavoro svolto finora dall’assessore Ranieri. Siamo una squadra e in questi due anni stiamo perseguendo un obiettivo comune. Sono al fianco di Ranieri, così come sarei al fianco di chiunque nella nostra giunta». Ma l’attrito tra alcuni gruppi di maggioranza non smette di creare altri smottamenti. A sorpresa, ieri mattina, il presidente di Lancianofiera, Donato Di Campli, ha consegnato una lettera di dimissioni al sindaco Paolini. «Si tratta di una scelta presa a malincuore, ma dettata da un profondo senso di responsabilità», spiega Di Campli, «legata alla mia candidatura alle prossime elezioni regionali di marzo 2024».
Intanto dalle fila dell’opposizione, arriva l’appello della consigliera di “Lanciano in comune”, Dora Bendotti. «La politica dei cambi di casacca dei ricatti, dei sotterfugi non deve rappresentare questa città, né l’agone politico che si sta configurando in questi giorni in vista del rinnovo del consiglio regionale, perché a perderci siamo tutti noi, cittadini e amministratori e i tanti politici che intendono questo come il mestiere più alto di servizio ad una comunità. Per questo», prosegue Bendotti, «rivolgo il mio appello al sindaco affinché ponga fine a questa fase poco edificante dell’azione politica e amministrativa della sua giunta. Mi rivolgo anche ai cittadini che, attoniti, assistono a uno spettacolo indegno, che disonora la politica. La politica è altro, è il servizio che si offre alle famiglie più fragili, è l’impegno costante a far sì che le nostre strade, case, città siano e restino al sicuro, è la certezza che c’è un organo amministrativo che sovrintende, in nostra rappresentanza e su nostro mandato, all’assetto e allo sviluppo economico e sociale di un territorio e di una comunità».
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