PESCARA. “Un caso delicato”. Sono le parole con cui la Procura ha definito le indagini sull’omicidio del 17enne avvenuto ieri nel parco Baden Powell, e  c’è un perché. I due ragazzi fermati, infatti, appartengono alla “Pescara bene”, bravi ragazzi di famiglie insospettabili. Uno è il figlio del comandante dei carabinieri di una Stazione del Pescarese, mentre l’altro è il figlio di un avvocato.

Uno dei due fermati per l’omicidio di Thomas Luciani durante il primo interrogatorio che si è svolto oggi presso la questura di Pescara ha affermato di non aver mai conosciuto la vittima, ma solo di sapere chi fosse. Ma è tutta la ricostruzione dei fatti ad avere ancora lati molto oscuri, anche perchè si ha a che fare con le deposizioni di ragazzini alcuni dei quali vengono descritti sotto choc. Poco chiara anche la dinamica dell’omicidio, ferme restando le 25 coltellate, chi sia stato a sferrarle o se ci sia stata una cooperazione. Così come stanno emergendo dubbi sul movente economico del delitto, chi deve a chi e quanto. I due ragazzi intanto dopo la chiusura dell’interrogatorio sono stati trasferiti uno presso la struttura dedicata all’accoglienza presso il Tribunale dei Minori dell’Aquila, l’altro presso una struttura analoga nel centro di Roma.

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A loro la polizia è arrivata dopo aver ascoltato testimoni e conoscenti per tutta la notte in questura e aver visionato le immagini di sorveglianza presenti nella zona del parco e in prossimità dello stabilimento balneare dove tutti i componenti del gruppo si sono recati dopo l’efferato crimine. Secondo una prima ricostruzione, la vittimaè stata attirata in una zona non sorvegliata retrostante il parco e poi colpita ripetutamente con un’arma da taglio nelle parti vitali del corpo. “Tali accertamenti”, si legge in una nota della questura, “maturavano nell’ambito del raccordo operativo tra la Procura ordinaria di Pescara e la procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila. La drammatica vicenda, fin dalle prime battute, ha evidenziato un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva ed una palese incapacità di comprendere l’estremo disvalore delle azioni commesse. Questi atteggiamenti disfunzionali meritano ampio approfondimento, al pari della necessaria ricostruzione delle dinamiche e responsabilità. A tal fine sono dirette le attività investigative in corso, coordinate dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila”.

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