CHIETI. Diventa definitiva la condanna a due anni di reclusione nei confronti dello zio ortonese che ha offerto soldi al nipote quindicenne per fare sesso. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’imputato di 55 anni, ai domiciliari dall’estate del 2022, ovvero da quando è stato arrestato dai poliziotti della squadra mobile di Chieti per tentata prostituzione minorile. Ora gli restano da scontare 28 giorni in detenzione domiciliare. La sentenza emessa dal tribunale di Chieti (presidente Guido Campli) è stata dunque confermata integralmente prima della Corte d’appello dell’Aquila e, adesso, anche dai giudici di legittimità. L’imputato è stato «dichiarato interdetto in perpetuo da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in altre strutture pubbliche o private frequentate abitualmente dai minori». Dopo l’esecuzione della pena, nei confronti dell’uomo sarà applicata per un anno la misura di sicurezza personale «del divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati abitualmente dai minori e del divieto di svolgere lavori che prevedono un contatto abituale con i minori». Il cinquantacinquenne dovrà anche risarcire in separata sede la madre del ragazzino che, assistita dall’avvocato Diego Bracciale, si è costituita parte civile.
In due occasioni, per l’accusa, l’uomo ha approfittato di rimanere solo con il nipote in macchina, per formulare delle proposte esplicite dal punto di vista sessuale e anche per prospettargli delle esperienze con altri uomini. In particolare, ha assicurato che «avrebbe pagato l’abbonamento dell’autobus» per consentirgli di fare «più esperienze sessuali a Pescara, dove ci sono più persone omosessuali». Prima che il nipote scendesse dall’auto gli ha «regalato 5 euro» e si è fatto dare «un bacio sulla guancia». In un’altra occasione, sempre in auto, l’uomo si è anche “offerto”, spiegando al nipote che avrebbe potuto avere con lui il suo primo rapporto. Ha raccontato di aver avuto, da giovanissimo, rapporti con adulti in cambio di denaro e ha di nuovo proposto al nipote di incontrare anche altre persone: «Se vuoi fare esperienza, ti faccio pure il regalo», gli ha detto consegnandogli 8 euro. E ancora: «Non è che devi fare gratis perché sei mio nipote». Il tentativo di indurre il quindicenne a prostituirsi è passato anche attraverso l’offerta di una stanza tutta per sé, sostiene sempre l’accusa ricostruendo le condotte dell’uomo che inviava messaggi Whatsapp al nipote per convincerlo. (g.let.)
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