TERAMO. Partiranno domani i lavori propedeutici all’entrata in esercizio della nuova cabina elettrica primaria di proprietà di E-distribuzione in via Cona, ospitata nell’area prospiciente l’attuale cabina. Il trasferimento, presentato ai cittadini nel corso di un’assemblea pubblica svoltasi nei giorni scorsi, secondo Terna, la società che gestisce l’intervento, «consentirà di ridurre notevolmente l’impatto riducendo sia la visibilità, perché collocata in una posizione più bassa rispetto al piano strada, sia le dimensioni, grazie all’utilizzo di macchinari di ultima generazione. La soluzione individuata per la delocalizzazione della cabina, fortemente richiesta dagli abitanti del quartiere Cona da oltre un decennio, è risultata l’unica che, per tempi e modalità di esecuzione, consente l’utilizzo del finanziamento concesso dalla Regione al Comune attraverso il Masterplan per destinarlo al recupero e alla riqualificazione dell’area attualmente occupata dalla vecchia cabina, restituendola così alla fruibilità dei cittadini». Per garantire il collegamento alla nuova cabina alla rete elettrica nazionale nei tempi richiesti dal Comune, la società Terna ha ottenuto l’autorizzazione ministeriale a un collegamento provvisorio in attesa dell’approvazione del progetto definitivo che è già stato presentato al Mase e che si stima sarà realizzato entro quattro anni. «La conclusione di questa fase dei lavori di collegamento, che interesserà per buona parte via Polidori», annuncia Terna, «è prevista a novembre 2024 mentre la messa in esercizio della nuova cabina da parte di E-distribuzione avverrà entro la fine del 2024. Contestualmente Terna provvederà a rimuovere i quattro tralicci e le linee aeree attualmente esistenti in via Cona, cui seguirà da parte di E-distribuzione lo smantellamento delle strutture relative alla cabina primaria presenti sul sito.
Un’operazione che il consigliere comunale di opposizione Berardo Rabbuffo (Lega) boccia e definisce come «una finta delocalizzazione», annunciando che si batterà «per ottenere la vera delocalizzazione della cabina primaria e delle strutture connesse in contrada Gattìa, o altra località idonea, fuori dal centro abitato».(red.te)