
L’AQUILA. «È in assenza di qualunque dibattito pubblico che la Asl e l’amministrazione comunale hanno deciso di collocare all’interno dell’ospedale San Salvatore l’unica Casa di comunità prevista per l’Aquila»: questa, la denuncia dei consiglieri comunali del gruppo “L’Aquila coraggiosa” Simona Giannangeli e Lorenzo Rotellini, che ieri mattina hanno dato vita a una conferenza stampa davanti all’ospedale aquilano. «Le Case di comunità sono strutture programmate e finanziate dal Pnrr, aperte 24 ore su 24 per 7 giorni alla settimana, per offrire alla cittadinanza assistenza sanitaria e sociosanitaria che, come si legge nel decreto ministeriale di riferimento, devono essere “facilmente riconoscibili e raggiungibili” e devono garantire assistenza medica, infermieristica, psicologica e sociale oltre che identificare i bisogni sanitari del territorio e orientare le cittadine e i cittadini verso la risposta più efficace per il loro problema», spiegano. «È evidente che a fronte di queste caratteristiche la collocazione all’interno dell’ospedale è inspiegabile e concentra in un unico luogo l’assistenza ospedaliera e quella territoriale contraddicendo il principio stesso di territorialità. Inoltre si concentrerebbe l’assistenza sanitaria a L’Aquila Ovest lasciando sguarnito il territorio ad Est della città».
Presa di posizione simile da parte dei consiglieri del Partito democratico Stefano Albano e Stefano Palumbo: «L’ubicazione della Casa della comunità nei pressi dell’ospedale non solo ostacolerebbe l’accessibilità dei servizi sanitari ai cittadini dell’Aquila, ma costituirebbe anche un ulteriore carico sulla struttura ospedaliera che già svolge un ruolo critico nella cura dei pazienti. Inoltre l’ospedale è situato in una zona esposta a un traffico elevato e una disponibilità di parcheggi limitata».