
PESCARA. Il Comune bocciato ancora una volta nella gestione dei servizi offerti ai cittadini. Ogni anno l’ente perde milioni di euro, perché non riesce a coprire tutte le spese con le entrate. E non fa eccezione neanche quest’anno. Nel bilancio, approvato nel dicembre scorso dal consiglio comunale su proposta dell’assessore alle finanze Eugenio Seccia, ci sono le previsioni di quello che accadrà nei 12 mesi, sulla base di come si è chiuso il 2023. Ebbene, l’amministrazione comunale conta di perdere nel 2024 oltre 5 milioni di euro, più precisamente 5.133.782 euro. I servizi riguardano mercati coperti, mercato ittico, asili nido, impianti sportivi, casa di riposo, musei e mostre, mense scolastiche. In pratica, con le entrate si riesce a coprire solo il 48,60 per cento delle spese. Tuttavia, la percentuale minima da rispettare, imposta per legge, è quella del 36 per cento di copertura.
MUSEI Il caso peggiore è quello dei musei cittadini gestiti dal Comune. Quest’anno, con la vendita dei biglietti, si prevede di incassare solo 60.000 euro a fronte di una spesa per mantenerli di 1.053.936,04 euro. Ciò significa che le entrate copriranno appena il 5,69 per cento delle spese. I costi più alti sono quelli dei contributi pagati dai musei, per 207.000 euro; del personale, per 199.307 euro. Poi ci sono gli ammortamenti, per 433.653 euro. Insomma, da ciò si deduce che i musei comunali continuano a non essere un’attrazione per turisti e cittadini.
ASILI Percentuale molto bassa di copertura delle spese anche per gli asili nido. Il Comune conta di incassare quest’anno con le rette 550.000 euro, a fronte di spese pari a 2.934.088 euro. La copertura arriva, quindi, al 37,49 per cento. L’uscita maggiore risulta quella per l’acquisto di beni e servizi, per 2.277.000 euro; seguono gli stipendi del personale, per 583.061 euro.
IMPIANTI SPORTIVI Va un po’ meglio la gestione degli impianti sportivi che viene coperta con il 50,43 per cento degli incassi con l’affitto di campi, palazzetti, palestre. Quest’anno si prevedono entrate per 951.500 euro a fronte di 1.886.807 euro di spese. Anche in questo caso la voce più costosa è quella dell’acquisto di beni e servizi, pari a 537.096 euro; seguono quelle per il personale, per 357.126.
MENSE SCOLASTICHE Quest’anno, per la prima volta, nell’elenco dei costi per i servizi a domanda individuale ci sono anche le mense scolastiche. «La refezione scolastica», spiega l’ente, «è qualificabile come servizio a domanda individuale, poiché le mense rientrano tra le categorie di servizi di questo genere. I servizi a domanda individuale non sono servizi che l’ente locale è obbligato a garantire alla comunità, ma servizi facoltativi che produce ed eroga discrezionalmente, nei limiti delle disponibilità di bilancio». E nonostante i recenti aumenti delle tariffe, che scatteranno dal 21 di questo mese con l’ingresso nella gestione della nuova ditta Elior ristorazione, il Comune non conta di riuscire a coprire tutte le spese. Gli incassi previsti ammontano a 2.668.116 euro, a fronte di 4.200.199 euro di uscite. Ciò vuol dire che le entrate riusciranno a coprire il 63,52 per cento delle spese. Il costo più alto è quello per l’aggiudicazione del servizio, pari a 3.623.813 euro.
MERCATI Anche questi servizi vengono gestiti in perdita. Hanno una percentuale di copertura tra entrate e uscite pari al 58,47 per cento. Mentre per le case di riposo convenzionate l’ente spende quasi il quadruplo delle entrate con le rette.