PESCARA. L’Arta Abruzzo farà le analisi della mucillagine che ha invaso la costa abruzzese. I test partiranno lunedì prossimo, 29 luglio. La conferma è arrivata ieri. Per studiare in profondità l’entità del fenomeno e rassicurare i turisti dell’assenza di fattori di rischio per la salute, saranno utilizzate le cosiddette “bottiglie di Niskin”, ovvero dei tubi in materiale non metallico, generalmente in Pvc, con due aperture alle estremità per il flusso di acqua. L’attrezzatura presenta un meccanismo di chiusura particolare che la fa rimanere aperta durante la discesa in acqua e la chiude alla profondità desiderata. La bottiglia può essere inviata in acqua lungo un cavo e chiusa tramite un “messaggero”, oppure montata su un supporto per campionamenti multipli e chiusa tramite un sistema di controllo da remoto. Il “messaggero” è un peso in Teflon o piombo che scende lungo il cavo e, andando ad urtare il tappo, attiva il meccanismo di chiusura.
Al contrario il sistema da remoto è controllato da un computer di bordo. In questo caso, avendo a disposizione più bottiglie, si possono svolgere campionamenti multipli a profondità progressiva. Per questo scopo si utilizzano i multicampionatori definiti a rosetta nei quali ogni bottiglia viene chiusa alla profondità desiderata.
LA SCHEDA. La mucillagine è un fenomeno antico che interessa solo l’Adriatico, perché è un mare chiuso, con una scarsa circolazione di correnti e con un grande apporto di sostanze chimiche e nutrienti dal fiume Po. La sua presenza è documentata sin dal 1729 e in passato, quando non se ne conosceva la composizione, era chiamata “muco di mare”.
È solo tra il 1988 e il 1991 che si è iniziato a studiare scientificamente il fenomeno, in seguito ad alcune annate record per quantità e diffusione. Si tratta di aggregati di sostanze organiche tenute insieme da polisaccaridi prodotti per essudazione da alcuni tipi di microalghe, che agiscono come collante per inglobare detriti e microrganismi presenti nelle acque marine, formando i lunghi filamenti appiccicosi e fastidiosi a cui è difficile abituarsi. Il principale responsabile della loro formazione è l’alga Gonyaulax fragilis. Dopo qualche anno di assenza, tra giugno e luglio 2024 la mucillagine è tornata a invadere le coste adriatiche, dal Friuli all’Abruzzo. La buona notizia è che non rappresenta un pericolo per la salute umana; la cattiva è che sta causando gravi danni all’economia legata al mare.
L’APPELLO. È di pochi giorni fa la risoluzione presentata in Regione da Dino Pepe con cui il consigliere del Pd chiede al presidente, Marco Marsilio e all’Arta, l’agenzia regionale per la tutela dell’ambiente diretta da Maurizio Dionisio, di attivarsi per analizzare il fenomeno mucillagine, avviando anche un buon sistema di comunicazione per rassicurare i turisti che hanno scelto la costa abruzzese. Più complesso è invece l’iter per chiedere al governo un equo risarcimento dei danni che le marinerie e le imprese balneari stanno subendo per colpa del proliferare dell’alga marrone. Su questo tema insistono, oltre che il consigliere Pepe, anche i sindaci Gianguido D’Alberto ed Enrico Di Giuseppantonio, dell’Anci Abruzzo, che hanno chiesto un incontro urgente a Marslio. (l.c.)
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