L’AQUILA. Un difetto di notifica a uno dei quattro imputati fa slittare la tanto attesa udienza preliminare per la tragedia dell’asilo Primo Maggio dell’Aquila, in agenda ieri mattina nel tribunale del capoluogo. L’udienza davanti al giudice Guendalina Buccella è stata rinviata al 7 febbraio del prossimo anno quando il gup formalizzerà la costituzione delle numerose parti civili le quali, hanno fatto già sapere, chiameranno in causa le assicurazioni. Per la morte del piccolo Tommaso D’Agostino, 4 anni, e il ferimento di altri cinque piccoli compagni di scuola, sono imputati la conducente della Volkswagen Passat, Radostina Zhorova Balabanova, 39 anni (che chiederà il rito abbreviato); la preside della scuola, Monia Lai (48) e i tecnici comunali Bruno Martini (61) e Antonello Giampaolini (60). L’inchiesta è stata coordinata da Stefano Gallo. I quattro sono accusati di omicidio stradale (nei confronti di Tommaso) e lesioni stradali (verso i cinque alunni). Ieri si è presentato in tribunale anche il legale dell’associazione “Mamme coraggio e vittime della strada onlus” per costituirsi parte civile. È trascorso più di un anno da quel 18 maggio quando, intorno alle 14.30, un’auto travolse sei bambini che giocavano nel cortile della materna di via Salaria Antica Est a Pile, dopo aver sfondato la recinzione. Il dramma si consumò sotto gli occhi increduli delle maestre e dei compagni di classe. Le condizioni di Tommaso apparvero subito gravi, fu l’ultimo a lasciare il luogo della tragedia. Per lui non ci fu nulla da fare nonostante gli sforzi dei tanti soccorritori intervenuti. Quattordici in tutto le parti offese, oltre ai genitori e ai quattro nonni della piccola vittima anche gli otto genitori dei cinque bimbi rimasti feriti, tra cui ci sono due gemellini. La conducente dell’auto è imputata «perché parcheggiando l’autoveicolo su strada a elevata pendenza prospiciente l’area esterna adibita a giochi lasciava le chiavi inserite nel quadro, ometteva di azionare il freno di stazionamento e di sterzare le ruote e di impedire l’uso del veicolo senza il suo consenso» poiché «lasciava a bordo il figlio di soli undici anni che casualmente provocava il disinnesco della leva del cambio e il conseguente movimento del veicolo». La dirigente scolastica per il pm «ometteva di rilevare l’assoluta inidoneità del documento valutazione rischi redatto da Bruno Martini (in qualità di ingegnere responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell’istituto comprensivo Mazzini)». Infine, Giampaolini, «in qualità di geometra responsabile del settore edilizia scolastica del Comune dell’Aquila, e di progettista e direttore lavori dei lavori nel complesso scolastico, faceva installare una recinzione di confine dell’area giochi del tutto inidonea». Intanto si va anche verso il procedimento civile per il maxi risarcimento dei danni. Imputati e parti civili sono assistiti da Mauro Ceci, Luisa Leopardi, Tommaso Colella, Massimo Carosi, Antonella Pellegrini, Katiuscia Romano, Cristiana Burgamazzi, Angelica Carnevale, Fabiana Panitti, Guido Alfonsi, Maria Leone e Francesco Valentini. (f.d.m.)
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