
PESCARA. Una storia di atti sessuali su una minorenne verrà ripercorsa davanti al gup che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal sostituto Rosangela Di Stefano, nei confronti di una istruttrice che avrebbe abusato di una sua allieva che, all’epoca dei fatti, aveva 14 anni. Violenza sessuale e atti sessuali con minorenne sono le due accuse che il magistrato contesta all’indagata che lavora in una palestra di Pescara.
È stata una istruttoria molto delicata, durata quasi due anni, nel corso dei quali il pm ha voluto approfondire tutti gli aspetti di una vicenda inquietante anche per il contesto dove è maturata: in una palestra dove l’adolescente andava ad allenarsi. Presunti abusi da parte di chi avrebbe dovuto prendersi cura della giovanissima per costruire con lei una crescita sportiva. I fatti, stando al capo di imputazione, si sarebbero verificati dall’ottobre del 2019 al febbraio del 2020, quando la mamma della ragazzina, venuta a conoscenza della situazione, decise di sporgere denuncia-querela nei confronti dell’insegnante.
Il pm non ha lasciato nulla di intentato nella fase istruttoria, affidando una consulenza e sottoponendo la giovanissima parte offesa a un incidente probatorio. Un’audizione protetta con l’ausilio di uno psicologo, nel corso della quale la vittima ha confermato tutto quello che la mamma aveva denunciato, consegnando al pm anche un quaderno che l’indagata aveva regalato alla ragazza e che conteneva anche una lettera dell’istruttrice. La ragazzina si era molto affezionata a quella donna che era diventata quasi una «sorella», come lei stessa avrebbe riferito al giudice, e che frequentava anche al di fuori della palestra.
Tutto sarebbe nato con un «bacio a stampo» che l’indagata diede alla ragazzina, lasciandola impietrita in quanto la vittima era felice di quel rapporto con quella donna che, a volte, l’aiutava anche a fare i compiti: «Non ho detto niente in quel momento perché comunque mi vergognavo pure a dirle fermati». Ma dopo quel bacio ce ne sono stati altri «diversi» e l’indagata, a detta della ragazzina, passò a toccarla. «Lei mi toccava un po’ dappertutto», ha raccontato la ragazzina, con estremo impaccio al magistrato, dicendo di quegli incontri che l’avevano turbata profondamente proprio perché mai avrebbe pensato che da quel rapporto di «bene», sarebbe «nato tutt’altro». «Non lo sapevo nemmeno io cosa fare».
Nel chiedere il processo per l’indagata, il pm scrive «per aver compiuto atti sessuali nei confronti della minore, quale istruttrice a cui la minore era affidata per ragioni di istruzione e custodia, lasciandosi andare ad effusioni sentimentali, baciandola sulla bocca e accarezzandole il corpo e facendosi a sua volta accarezzare». Sarà il gup a vagliare queste accuse e a decidere, nell’udienza del 27 ottobre, se mandare a processo l’istruttrice.