
LANCIANO. Il troppo caldo, associato forse alla cattiva posa della colla e alla mancanza di giunti di dilatazione termica, ha provocato l’innalzamento del massetto di corso Trento e Trieste in alcuni punti che ora saranno al vaglio del perito (Ctu) del tribunale a cui è stato chiesto ieri mattina con urgenza una estensione dell’incarico del consulente tecnico.
Il “Corso Presentoso” non ha pace. Prima le mattonelle saltate quasi totalmente alle intersezioni carrabili, poi le numerose rotture di piastrelle anche in zone pedonali e ora i problemi di rigonfiamento del massetto. «È una catastrofe», commenta il sindaco, Filippo Paolini, «una situazione che mi fa veramente rabbia. Come è possibile progettare un’opera di questa portata nel modo in cui ci è stata consegnata? E per fortuna non ci sono state gelate nell’inverno scorso, altrimenti sarebbe saltata l’intera pavimentazione. Quest’opera è un danno incalcolabile per la città». «Siamo molto preoccupati», aggiunge l’assessore ai lavori pubblici Paolo Bomba, «se si alza il massetto anche in altri punti avremo una bella gatta da pelare».
La manutenzione del Corso Presentoso era iniziata un paio di settimane fa in vista delle manifestazioni di grande pubblico del Mastrogiurato e del Dono che prevedono la sfilata di figuranti in abiti medievali e dei donativi (con annessi trattori e carri) delle contrade alla Madonna del Ponte proprio sulla strada più rappresentativa della città. Man mano che si è proceduto a rincollare e sostituire i vari pezzi delle piastrelle in gres porcellanato ci si è resi conto tuttavia che nelle zone tra i bar Cati Caffè e la Perla Nera, la gioielleria Morone e l’istituto bancario Bnl, il massetto si è come gonfiato facendo spaccare numerose piastrelle. «A quel punto ci siamo precipitati a chiamare il giudice per un nuovo sopralluogo del Ctu», spiega il sindaco, «perché non vorremmo che questi problemi venissero un domani attribuiti al passaggio dei cortei».
L’amministrazione comunale, dopo una prima perizia da parte dell’ingegnere Sergio D’Intino, nominato dal tribunale di Lanciano, è in trattativa con la ditta esecutrice dei lavori, la Edilizia e Strade srl di Campobasso. Ma non si andrà in causa. «Da avvocato», sottolinea Paolini, «so che i tempi sarebbero lunghi e quest’opera ha bisogno di manutenzione urgente e costante. Allo stesso tempo non perderò gli altri anni di amministrazione a spendere soldi sul Corso, né, come sarebbe auspicabile, potremo smantellarlo per rifarlo daccapo. Significherebbe non fare nessun altro intervento sulla città. Ce lo terremo così, sperando che i gravi errori fatti vengano corretti».
L’opera, per il primo cittadino, è sbagliata. «Perfino l’utilizzo dei cottimisti ha pesato sulla resa», conclude, «con l’arrivo di persone che non sapevano ciò che facevano e come dovevano farlo».
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