PESCARA. Un mese fa la vittoria delle elezioni al primo turno con il 50,95%, quasi il 16% in più del secondo classificato; domani per il sindaco Carlo Masci si apre una settimana decisiva per la scelta dei 9 assessori e del presidente del consiglio comunale; poi, entro sabato la firma sui decreti di nomina e il conto alla rovescia per il primo consiglio. Masci ha già un’idea chiara per la giunta bis ma, tra i partiti del centrodestra, non c’è ancora accordo, soprattutto sulle quote rosa.
Sindaco, quando sarà pronta la giunta?
«Sono certo che definiremo la giunta entro la settimana prossima».
Quindi, manca poco?
«Ormai i partiti si sono incontrati, hanno verificato quali sono le posizioni in relazione ai risultati ottenuti e alle persone che sono state votate e hanno avuto un grande consenso elettorale. Sulla base di questi criteri, oltre ovviamente a quello della competenza, riusciremo a trovare il punto di equilibrio sapendo che non potremo certamente avere in giunta tutti quelli che vorremmo ma tutti troveranno un momento di soddisfazione».
E quanto conterà la sua parola sulla scelta degli assessori?
«Conterà il giusto perché credo che il sindaco ha un ruolo che è quello di rappresentare tutti e fare sintesi rispetto alle richieste dei partiti».
Peseranno i voti presi?
«Sì: questa è democrazia, soprattutto democrazia del territorio perché, alle comunali, c’è un contatto diretto fra i cittadini e quelli che si sono candidati e poi sono stati eletti: si tratta di un contatto notevolmente superiore rispetto alle altre elezioni. Quindi, conterà molto il consenso ottenuto ma conterà anche e soprattutto la competenza però mi sembra che, proprio sulla competenza, tutti abbiano titolo».
Sarà una giunta in continuità con la precedente?
«Ci sarà certamente continuità ma ci saranno anche novità. Il sindaco è sempre Carlo Masci ed è questa la garanzia di continuità».
Sono giorni di trattative: si sente tirato per la giacchetta?
«Non mi sono mai sentito tirato per la giacchetta e nessuno vuole farlo anche perché, mi conoscono, e sanno che se lo facessero otterrebbero l’effetto contrario».
È vero che un sindaco rieletto al primo turno è più forte e gode di maggiore autonomia?
«È vero ma penso che il sindaco forte sia quello che ha la convinzione di aver fatto le cose che i cittadini hanno apprezzato e, quindi, vuole continuare in quella direzione perché sa che quella è la direzione che gli stessi cittadini hanno scelto con il consenso che gli hanno dimostrato».
Sindaco, resterà in carica fino al 2027 o l’istituzione della città allargata con la fusione con Montesilvano e Spoltore slitterà?
«A oggi, so che resteremo in carica due anni e mezzo, cioè la durata stabilita dalla legge regionale che riguarda la Nuova Pescara: ovviamente su questo ci impegneremo molto perché dovremo portare a termine tante incombenze che non sono semplici; lavoreremo tantissimo e dico che insieme ognuno potrà dare il suo contributo».
Lei ha parlato di «inevitabili scontenti»: cosa dice a quelli che resteranno a mani vuote?
«L’intelligenza di ciascuno permetterà a tutti di comprendere che non esistono problemi. Non ci sono soltanto gli assessori ma anche altri ruoli e ciascuno potrà dare il suo contributo per la crescita della città perché l’obiettivo comune di tutti deve essere proprio questo: fare in modo che Pescara continui a crescere».
Per lei una partenza sprint: piazza Sacro cuore è quasi finita, i lavori proseguono su corso Umberto e dovrebbero finire a breve; poi il 24 e 25 ottobre ci sarà il G7. È già pronto?
«Sarà una bella partenza con i cantieri da concludere e l’organizzazione del G7 che è già una grande sfida. E poi abbiamo anche un obiettivo strategico in itinere da tempo: l’area di risulta con il parco centrale».
La prima polemica, ancora prima del consiglio comunale di insediamento, è stata sollevata dal civico Domenico Pettinari riguardo alla filovia sulla strada parco: se l’aspettava un attacco da Pettinari?
«Credo di aver risposto già nel merito. L’opposizione fa il suo lavoro però mai come in questa occasione i cittadini si sono espressi: alle elezioni si sono confrontate due posizioni politiche, la nostra che diceva noi faremo questo e un’altra che diceva non vogliamo che si faccia questo. Alla fine, i cittadini hanno scelto e noi abbiamo il dovere di soddisfare quello che ci hanno detto i residenti: andremo avanti per la nostra strada ben sapendo che le polemiche lasciano il tempo che trovano».
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