
PESCARA. Una settimana di trattative sottotraccia per evitare la prova di forza di Pescara contro l’asse Montesilvano-Spoltore. Ma trovare un accordo sul nome della città, sul numero dei consiglieri nei 4 municipi e sulla presenza degli assessori nelle circoscrizioni, sarà un’impresa. Le posizioni restano contrastanti e l’ultima dichiarazione dei consiglieri comunali pescaresi del M5S non sembra una mano tesa: qualcuno, dicono Paolo Sola, Erika Alessandrini e Massimo Di Renzo guardando verso Montesilvano e Spoltore, «vorrebbe trasformare la più grande fusione d’Italia in una loggia dei mercanti».
È partito il conto alla rovescia per il 12 settembre (ore 17) quando, per la seconda volta, si riunirà l’assemblea costitutiva della Nuova Pescara. Lunedì scorso l’alleanza tra i sindaci di Montesilvano, Ottavio De Martinis della Lega, e di Spoltore, Chiara Trulli del Pd, ha messo fuori gioco Pescara: gli emendamenti sulla fusione proposti dai consiglieri pescaresi – centrodestra, centrosinistra e M5S tutti uniti – sono stati bocciati. Martedì prossimo, i consiglieri di Pescara, Montesilvano e Spoltore si riuniranno per votare la bozza di statuto modificata: il documento da mettere al voto dice che la città unica si chiamerà Nuova Pescara, sarà divisa in 4 municipi con 60 consiglieri municipali più 4 presidenti e un massimo di 16 assessori municipali. In queste poche righe è racchiuso un muro contro muro senza precedenti. Martedì sarà la seconda votazione; dalla terza, basterà la maggioranza semplice per approvare la “Costituzione” della città allargata a 180mila residenti e Montesilvano e Spoltore avranno i numeri per battere Pescara.
«Una brutta pagina di malapolitica», per i consiglieri M5S, «i rappresentanti di Montesilvano e Spoltore hanno preteso di imporre un numero inutilmente alto di consiglieri municipali e, soprattutto, la presenza delle giunte di municipio. Uno spreco senza alcuna giustificazione», dicono i grillini, «il trionfo della politica che guarda a se stessa (e alle proprie tasche) invece che agli interessi della collettività. Anziché lavorare per dare ai cittadini una macchina amministrativa più snella ed efficiente, Montesilvano e Spoltore si sono adoperati per garantire più ruoli, incarichi e poltrone mettendo al primo posto i propri piccoli interessi di bottega. Il voto è stato comunque infruttuoso per la mancanza della maggioranza qualificata, ma lo scempio è solo rimandato di qualche giorno quando, alla terza votazione, basterà la maggioranza semplice per consegnare alla storia un documento deturpato dalla mediocrità di una classe politica mai stata all’altezza di un progetto così ambizioso». E poi? L’iter prevede che i tre consigli comunali debbano ratificare lo statuto licenziato dall’assemblea ma, in assenza di tre sì, lo statuto partorito dopo oltre due anni di riunioni finirebbe nel cassetto: «Il M5S Pescara sarà sicuramente parte attiva per far sì che adesso, per evitare di sigillare questo documento, il Comune di Pescara non approvi la bozza nel proprio consiglio comunale. Questo farà sì che ad entrare in vigore sarà l’attuale statuto del nostro Comune, che non prevede né municipi né tantomeno giunte municipali».