SULMONA. Luci e ombre per la Magneti Marelli dove ieri si è raggiunto l’accordo sui turni. Da un lato c’è l’azienda che, con dati alla mano, sostiene che il 2023 è stato un anno molto positivo con un aumento del 9 per cento dei ricavi e che si va, in questo momento, verso l’uscita dalla crisi. Dall’altra parte ci sono i lavoratori, 462 quelli della fabbrica peligna, che sono in cassa integrazione.
Su questo punto, nella giornata di ieri, si è tenuto il vertice tra azienda e sindacati per analizzare o gli ammortizzatori e i turni da seguire in azienda. La cassa integrazione è stata ufficialmente prolungata fino al 21 luglio, a causa dei continui rallentamenti dell’ex Sevel di Atessa, a cui la Marelli è collegata per l’80 per cento della produzione.
La novità riguarda i diciassette turni, concessi agli operai che si occupano della manutenzione, i quali anche nei periodi di fermo si recano in fabbrica, a turno. I riposi, hanno messo nero su bianco azienda e sindacati, saranno concentrati nelle domeniche così da consentire agli addetti della manutenzione di effettuare diciassette turni anziché venti. La cassa integrazione sarà probabilmente prolungata fino ai primi di agosto in modo tale da ripartire il 19 di quello stesso mese con i contratti di solidarietà, come stabilito lo scorso mercoledì, sul tavolo romano di Confindustria dove si sono riaccese le speranze per la fabbrica peligna.
La commessa del Ducato resterà operativa fino al 2031 e non più fino al 2028 come si pensava. Ciò, secondo i sindacati, permetterà di affrontare con maggiore serenità le varie sfide e di monitorare la situazione. Resta il nodo sulla gestione degli esuberi. Nel corso del 2024 saranno 87, come comunicato dall’azienda alle organizzazioni sindacali, ovvero tredici in meno dei cento previsti all’inizio dell’anno.
«Nessuno di loro andrà a casa», hanno rassicurato i vertici dello stabilimento che opteranno per gli incentivi, almeno per alcune posizioni. La boccata d’ossigeno allenta la preoccupazione ma i sindacati tengono alta la guardia.
«Il discorso va analizzato a 360 gradi», interviene Andrea Crugnale della Fiom-Cgil, «bisognerà capire con quali volumi e con che impatto occupazionale si protrarrà questa situazione fino al 2031».
«Stiamo lavorando negli interessi degli operai e dell’azienda. Per questo abbiamo chiesto i diciassette turni in cassa integrazione, anche per il recupero energetico, che è uno dei quattro coefficienti necessari per poter raggiungere il premio di risultato», aggiunge Andrea Di Meo della Fim-Cisl, specificando che, sugli esuberi programmati, «ci siamo battuti per non far perdere il bagaglio contributivo agli operai interessati». Il prossimo esame sul piano industriale, per la Magneti Marelli, è in programma a novembre.
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