AVEZZANO. La lezione più grande che Anna ha lasciato in eredità: saper amare. Lo hanno capito le tante persone presenti al suo funerale, celebrato ieri pomeriggio nella cattedrale di Avezzano. Don Claide Berardi, il parroco che ha officiato la funzione religiosa, ha citato l’insegnamento di Cristo: “Amate il prossimo come voi stessi”. Riferendosi ad Anna Evgrafova, 44 anni, capace di sacrificare la sua stessa vita per il bambino che aveva in grembo. Una storia che ha commosso l’Abruzzo intero e che, raccontata dal Centro, ha varcato i confini regionali.
Ieri, nel ricordo del suo gesto d’amore, gli appartenenti alle comunità russe ed ucraine presenti nella Marsica hanno pregato e pianto insieme per questa giovane madre. «È stato un segno di grande dignità e di speranza per il futuro di tutti», hanno detto alcune amiche della donna, di origine russa, ma da tanti anni residente ad Avezzano, «la dimostrazione concreta che la guerra e l’odio non appartengono alla gente, una lezione che andrebbe urlata davanti ai potenti».
Nella cattedrale dei Marsi, infatti, c’è stato molto di più di un doloroso addio: marsicani, russi e ucraini, nel nome di Anna Evgrafova, hanno pregato per il mondo e per la pace.
Tante le persone che in queste ore si sono strette al marito Riccardo Donsante e a tutta la famiglia della donna. Rimasta incinta, aveva deciso di portare avanti la gravidanza e di non sottoporsi a pesanti cicli di chemioterapia, nocivi per il piccolo che portava in grembo. I medici le avevano consigliato di non interrompere le chemioterapie per evitare complicazioni ma lei non ha voluto sentire ragioni. Così il bimbo era nato, sei mesi fa, prima che le sue condizioni di salute si aggravassero irrimediabilmente. La parrucchiera 44enne lascia anche un altro bimbo, di neppure tre anni, e un ragazzo di 17. Anna riposerà nel cimitero di Avezzano. (r.rs.)
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