
ATESSA. Composti e silenziosi: c’erano tanti ragazze e ragazzi ieri pomeriggio al funerale del loro amico Lorenzo D’Alonzo, il 28enne di Piazzano falciato a Pordenone lo scorso 29 dicembre da una macchina mentre era in sella a una bicicletta. Meritava ben altre circostanze la giornata di ieri, primo dell’anno, con un sole incredibilmente primaverile; invece all’arrivo del feretro di Lorenzo sul sagrato della chiesa di San Benedetto, a Piazzano, l’emozione, nascosta da occhiali scuri, era tradita dal movimento tremolante della labbra e del mento. Hanno seguito Lorenzo in chiesa, la mamma Michelina, il papà Franco, il fratello Nicola. Gremita la chiesa, pieno il sagrato.
Lorenzo è stato investito in viale Grigoletti, a Pordenone, da una Fiat 500 condotta da un 25enne del Burkina Faso che stava facendo il giro della città per la consegna a domicilio di sushi per conto del ristorante con cui collabora. Erano le 22.30 di giovedì scorso. La bici del 28enne ha la ruota posteriore accartocciata. Lorenzo, che lavorava come operatore socio sanitario (Oss) nell’ospedale di Santa Maria degli Angeli, aveva appena finito il suo turno di lavoro. Aveva trascorso il Natale con i suoi familiari e amici, ed era tornato in Friuli da un paio di giorni. Il giovane non è morto sul colpo: è stato trasportato in codice rosso nello stesso ospedale dove lavorava. I medici hanno cercato in tutti i modi di strapparlo allo morte ma nulla hanno potuto di fronte alla gravità delle ferite riportate: dopo essere stato travolto dall’autovettura, il giovane è stato sbalzato per molti metri.
«La morte di Lorenzo», ha detto il parroco don Andrea durante l’omelia, «strazia il cuore di tutti noi. In queste ore mentre dovunque si festeggia il tempo nuovo, il capodanno, una comunità intera piange per un morte e questo è un controsenso. Ma noi dobbiamo dare un senso a questa morte: Lorenzo non è una “stella nel cielo” ma è un’anima bella e vivente in Dio. A te Lorenzo diciamo il nostro grazie per quello che hai dato con la tua vita discreta che ha lasciato il segno in tanti».
Ma è grazie alle testimonianze, interrotte da applausi e profuse di emozione collettiva, di due amiche e un amico di Lorenzo, a tracciare un profilo un po’ più completo del 28enne scomparso a Pordenone. «È stato un ragazzo altruista, amato da centinaia di persone. La sua priorità andava sempre al benessere di chi gli era vicino», ha detto Elia, a cui hanno fatto eco due ragazze: «Sei stato magnifico, non sapevi dire di no a nessuno, eri una spalla sulla quale piangere, avevi parole di conforto per tutti».
Quando il feretro è uscito dalla chiesa, uno scampanio festoso ha spaventato un gruppo di piccioni che si rifocillavano al sole sul campanile: il loro volo è stato seguito da quello di bianchi palloncini liberati da amiche e amici di Lorenzo, un applauso caloroso ha cercato di consolare l’inconsolabile: il cuore straziato di una madre, di un padre e di un fratello.
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