CHIETI. È stato aggredito per una merendina. Ecco cosa si nasconde dietro al pestaggio dello studente di 14 anni dell’istituto tecnico industriale Luigi di Savoia, preso a calci e pugni da un compagno di classe sedicenne, spalleggiato da altri quattro ragazzi piombati a scuola dall’esterno. A fare luce sul grave episodio di violenza saranno le indagini dei carabinieri della stazione di Chieti Principale, che hanno avviato gli accertamenti dopo la denuncia presentata dalla preside.
In base a una prima ricostruzione, il sedicenne ha cominciato a prendersela con la vittima perché voleva farsi consegnare a tutti i costi lo spuntino che aveva portato con sé per la ricreazione. Davanti al rifiuto del quattordicenne, è stata organizzata una sorta di spedizione punitiva. L’alunno è stato colpito e minacciato con frasi del tipo: «Te la farò pagare». Il tutto – sempre secondo quanto è emerso finora – è avvenuto alla presenza di un professore e di tutta la classe. Il ragazzino è finito al pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti, dove i medici hanno certificato lesioni giudicate guaribili in sette giorni. La dirigente scolastica si è rivolta ai militari dell’Arma quando ha ricevuto una segnalazione da parte della madre dell’alunno ferito. Adesso bisognerà verificare se il movente dell’aggressione sia effettivamente legato all’episodio della merendina o se si sia trattato di un pretesto per attaccare il malcapitato, anche alla luce di eventuali discussioni pregresse. La procura per i minorenni dell’Aquila ha aperto un fascicolo. Il sedicenne dovrà rispondere di lesioni personali e minacce, mentre sono in corso le indagini per dare un nome anche ai complici.
Non solo l’aspetto giudiziario: la scuola ha avviato nei confronti del docente presente al momento dell’aggressione quella che, tecnicamente, si chiama «contestazione di addebito», perché avrebbe minimizzato l’entità dei fatti. Il prof è dunque sotto inchiesta disciplinare.
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