ROCCASCALEGNA. Centotrenta ettari circa di macchia mediterranea, bosco, uliveti e campi seminati a grano andati in fumo nell’incendio di Roccascalegna, partito nel pomeriggio di martedì in contrada Collebuono. Le cause sono in corso di accertamento ma il rogo, verosimilmente, è partito a causa di alcuni lavori agricoli in un campo, forse una scintilla provocata da un trattore che avrebbe urtato un pezzo di ferro, e si è esteso alla zona boschiva. Ancora ieri nel borgo della valle Aventino sono stati impegnati i vigili del fuoco con canadair, elicottero Erikson e mezzi di terra e i volontari della Protezione civile per spegnere i focolai che si sono riaccesi nei calanchi. L’incendio si è esteso per un fronte ampio che da Collebuono ha raggiunto i confini con Torricella Peligna.
Nella notte tra martedì e mercoledì i momenti più critici, con le fiamme salite fin sulla strada provinciale 110, di collegamento con la Fondovalle Sangro, e che più volte hanno lambito le abitazioni. «Devo ringraziare dal profondo del cuore tutti i cittadini che hanno risposto all’appello», dice il sindaco Domenico Giangiordano, «c’è chi ha portato con i trattori le botti d’acqua che servono per irrigare gli orti, chi con le frasche ha evitato che le fiamme arrivassero alle case. È stata una notte d’inferno, complice la zona impervia, il vento e le alte temperature che hanno toccato i 34° gradi. Ringrazio anche il Dipartimento regionale di Protezione civile con tutti i suoi volontari e i vigili del fuoco arrivati da diverse zone d’Abruzzo come Casoli, Chieti, Gissi e Teramo».
Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Casoli.
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