AVEZZANO. Occupano da oltre 10 anni posti di rilievo nella produzione di LFoundry eppure sono ancora precari. Si tratta di 227 lavoratori interinali dell’azienda più grande del territorio – che conta 1.400 dipendenti con contratto a tempo indeterminato – dove si producono memorie volatili e sensori d’immagine. La battaglia per la stabilizzazione dei cosiddetti “somministrati” va avanti da anni ma non si hanno ancora certezze sul loro futuro.
CHI SONO
Sono in totale 227 uomini e donne che in fabbrica hanno ruoli determinanti: 36 carrellisti con contratto a tempo indeterminato ma con le agenzie per il lavoro, 12 carrellisti con contratto a termine e poi 99 operai con contratto con le agenzie interinali e circa 80 operai con contratto a termine e part-time. Una nutrita schiera di lavoratori che hanno una professionalità indiscussa ma un contratto a tempo determinato. Proprio per questo Fiom- Cgil, Uilm-Uil e Fim-Cisl da anni lavorano accanto alle categorie provinciali e regionali dei lavoratori somministrati, Nidil-Cgil, Uiltemp-Uil e Felsa- Cisl per cercare di stabilizzarli. «Sulle 80 postazioni degli operai storicamente ruotano molte persone», hanno commentato le organizzazioni sindacali, «pertanto il numero di precari inseriti nei cicli produttivi di LFoundry è ben superiore a 227. Inoltre, dei 99 operai con contratto con le agenzie interinali solo in 30 hanno il full time e quindi uno stipendio pieno. Degli altri, 45 hanno un orario part-time al 90% e in 24 hanno un orario di lavoro part-time al 50%».
LE RICHIESTE
Nei giorni scorsi i rappresentanti delle varie sigle sindacali hanno incontrato al Comune di Avezzano l’azienda, rappresentata da Confindustria L’Aquila, Assolavoro, associazione di categoria delle agenzie per il lavoro, per conto di GiGroup, e Openjobmetis (associazione di categoria). L’intento era quello di riprendere una trattativa avviata e poi fermata più volte e cercare di trovare un’intesa per stabilizzare gli interinali. Le cose però sono andate diversamente.
«Abbiamo atteso con pazienza questo incontro, frutto del lavoro iniziato in modo unitario a gennaio scorso passando a maggio per le assemblee dei lavoratori, e finalizzato ad approdare a un confronto concreto con agenzie e LFoundry per dare certezza e dignità al lavoro svolto dalle operatrici e dagli operatori in somministrazione all’interno dello stabilimento», hanno continuato gli esponenti delle organizzazioni sindacali, «purtroppo però abbiamo dovuto prendere atto del fatto che i rappresentanti seduti al tavolo non avevano mandato per la trattativa, limitandosi così a comunicare una serie di dati sul lavoro in somministrazione. I rappresentanti di Confindustria, Assolavoro e Openjobmetis hanno più volte sottolineato che il lavoro in somministrazione rappresenta una forma di flessibilità importante per le imprese, ma la flessibilità non ha nulla a che vedere con i lavoratori in somministrazione in LFoundry perché la loro presenza in azienda è costante e strutturale».
LA PROPOSTA
Secondo i referenti di Cgil, Cisl e Uil, LFoundry dovrebbe iniziare a lavorare per assicurare un futuro solido ai suoi dipendenti interinali. «Visto l’utilizzo strutturale della somministrazione che va avanti da anni, chiediamo la stabilizzazione, al fine di evitare il turn over selvaggio come avvenuto finora. Chiediamo», hanno concluso, «la possibilità di avere un confronto serio su questi temi che impattano sulla qualità e tranquillità del lavoro svolto. I tanti e cronici “lavoratori flessibili” di LFoundry hanno bisogno di risposte e atti concreti».
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