LANCIANO. «Basta fare a scaricabarile. Dispiace per le condizioni dello stadio Biondi, ma noi abbiamo investito, vigilato e inviato anche diffide ai dirigenti che erano alla guida del Lanciano 1920 quando il campo si stava rovinando. Nell’ultima stagione alla guida della città c’era la giunta Paolini e non credo abbia vigilato abbastanza se lo stadio, che ha i suoi anni, è in condizioni pessime». Non ci stanno l’ex sindaco Mario Pupillo e l’ex assessore allo sport Davide Caporale a passare per quelli che non hanno controllato le condizioni dello stadio e, soprattutto, la convenzione che imponeva alla società Lanciano Calcio 1920 di fare manutenzioni, pulizia, lavori. Il vicesindaco Danilo Ranieri ha riavuto le chiavi dalla società dei fratelli Pincione alla scadenza della convezione, ieri, ma ha trovato lo stadio a pezzi. Danni che ha detto venire da lontano, dalle passate gestioni e pure da chi, l’ex giunta Pupillo, negli anni non ha vigilato. Ma tra rimbrotti, diffide, accertamenti da fare ci sono delle certezze: servono impianti per il calcio, servono centinaia di migliaia di euro per sistemare lo stadio che è anche velodromo, e i soldi non ci sono.
LO STADIOScaduta la convezione per la gestione dello stadio Biondi tra il Comune e il Lanciano calcio 1920, ora si apre il problema di rimettere in sesto l’impianto che è a pezzi e capire di chi sono le responsabilità. Il campo è completamente da rifare, da sistemare impianti caldaie, antincendio. Ci sono calcinacci, crepe nei muri e rifiuti lungo le gradinate degli spalti. I bagni dal lato tribune sono allagati, dal lato distinti impraticabili. L’allarme suona di continuo. «La situazione è disastrosa», ha detto l’assessore Danilo Ranieri che ha sottolineato però, che le condizioni dello stadio non sono «frutto solo dell’ultimo anno di gestione». E in attesa di fare accertamenti tecnici per capire le responsabilità, ha tirato pure una stoccata all’ex giunta Pupillo rea di non aver vigilato e controllato la gestione dell’impianto. Ma l’ex giunta non ci sta a prendersi anche la responsabilità del disastro-stadio.
INVESTIMENTI E DIFFIDE«Se quest’anno si è giocato vuol dire che lo stadio era a norma e agibile», precisa subito Pupillo, «e non mi pare che il bilancio preventivo sia stato già fatto, quindi i soldi si possono trovare e inserire se si vuole davvero investire sull’impianto: noi lo abbiamo fatto». E tira fuori documenti e numeri, Pupillo; parte dai lavori di adeguamento fatti nel 2012, anno della promozione in B, di circa 800 mila euro pagati con fondi comunali, donazione Bper e dalla società Virtus Lanciano (soldi poi scalati dalla convenzione) e 300mila euro per i distinti dati dalla Regione. Poi soldi spesi per la manutenzione sempre fatta fino alla convenzione con il Lanciano 1920 di Fabio De Vincentis nel 2018, quella che è appena scaduta. «Negli anni abbiamo fatto sopralluoghi con l’ex assessore Caporale», dice Pupillo, «ci sono anche i documenti in Comune. Poi se quest’anno si è giocato, da ottobre a maggio, vuol dire che lo stadio era agibile. Piuttosto mi chiedo se gli attuali amministratori sono entrati nell’ultimo anno allo stadio. Ad ottobre hanno fatto la ricognizione degli impianti: o allo stadio non ci sono entrati oppure era tutto a posto e disastri non ce ne erano. Noi sul Biondi abbiamo fatto investimenti e controlli». «E siamo arrivati a un passo dal ritirare la convenzione», aggiunge Davide Caporale, «abbiamo fatto delle diffide alla precedente gestione (quella della presidente Cristina Chiaretti, ndc); le prime a novembre 2020 fino ad arrivare a marzo 2021 perché il campo non era in buone condizioni. Paolini ha fatto una campagna elettorale mostrando il lucchetto che chiudeva lo stadio, riaperto con il nuovo campionato. Sono passati 9 mesi: sono state fatte verifiche dalla giunta attuale? Ci sono diffide se lo stadio era a pezzi? Basta addossare colpe al passato».
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