L’AQUILA. Quali sono le priorità? Al primo posto c’è la sospensione dei pagamenti di mutui e finanziamenti in corso (conto capitale e interessi) per almeno due anni, senza porre in primis le “garanzie bancarie” (come è stato fatto durante l’emergenza Covid) che renderebbero automaticamente le aziende richiedenti inaffidabili di fronte agli istituti di credito, per almeno 24 mesi, quindi inabili a qualsiasi tipologia di nuovi finanziamenti; sospensione e/o riduzione dei contributi Inps; azzeramento dei tassi d’interesse per finanziamenti acquisto scorte a reintegro con un’istruttoria semplificata e che non tenga conto dei finanziamenti già concessi.
Nei primi due casi, la competenza è del governo, mentre nel terzo il ruolo della Regione risulta fondamentale. La lista delle richieste che pubblichiamo è stata scritta dai presidenti delle associazioni abruzzesi dei produttori di vino che hanno deciso per la prima volta di fare fronte comune e di partecipare al Consiglio regionale di domani sull’emergenza che ha colpito il settore agricolo.
Si tratta di volta Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, Domenico Bomba per la Cia, Mauro Lovato per Confagricoltura Abruzzo, Piercarmine Tilli per Coldiretti, Antonio Marascia per Confcooperative, Andrea Di Fabio per Legacoop, Franco D’Eusanio per Liberi Agricoltori, Leo Spina per Copagri, Luciano Gagliardi per il Daq, Gianni Pasquale, presidente di Assoenologi Abruzzo, Nicola D’Auria, presidente del Movimento Turismo del Vino Abruzzo e Lorenzo Di Sario, coordinatore regionale delle Città del Vino. La perdita accertata è di 2,7 milioni di quintali d’uva, pari a 2 milioni di ettolitri di vino che in termini di imbottigliato equivalgono a 260 milioni di pezzi. La stima del mancato reddito è di 108 milioni sulle uve, 130 sul vino sfuso e 520 sull’imbottigliato. Ad essere prudenti la filiera vitivinicola regionale subirà un danno economico di 380 milioni. (l.c.)
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