VILLA SANTA MARIA. «A queste condizioni non ci sto più. Penso di chiudere l’azienda agricola in contrada Selva Piane, l’ultima che c’è rimasta a Villa». Più che disperato è amareggiato Nicola Salomone dopo che ha visto, l’altra mattina, l’ultimo scempio causato dai lupi: dieci sue pecore sgozzate. «È venuta la Asl che ha trovato sei carcasse ma ne mancano almeno altre quattro. Nei giorni scorsi sono state uccise altre 5 pecore. Ne erano 86 adesso ne sono 47. Qui vicino avvistiamo cinque lupi che osservano e studiano come fare razzie che, immancabilmente, avvengono. L’altra mattina io e mia moglie con la forca siamo corsi anche dietro a un lupo che trascinava via una pecora. Siamo afflitti perché le associazioni di categoria neanche ci rispondo al telefono, i politici la tirano per le lunghe dicendo che hanno le mani legate, le tasse arrivano e vanno pagate, le spese fisse ci sono. Mi chiedo: perché lavorare in queste condizioni?».
Nicola Salomone enumera altre difficoltà oltre a quella dei lupi: «I cinghiali ci rovinano i raccolti di orzo e fieno, le condizioni meteorologiche vanno sempre peggio con periodi di secca alternati a precipitazioni disastrose. In azienda, oltre agli ovini, abbiamo una settantina di bovini, ma a queste condizioni è difficile fare reddito».
L’altra mattina ciò che la famiglia Salomone ha trovato disseminato vicino all’ovile non è stato un “bel vedere”: alcune pecore erano letteralmente spolpate, intatta restava solo la testa; altre avevano la gola squarciata e altre ampi tratti di mantello strappato. «Dobbiamo avere rispetto del lupo, e va bene; dobbiamo avere rispetto dei cinghiali e degli orsi, e sta bene. Ma a noi che subiamo danni da questi animali, chi ci pensa, chi ci tutela? Conviene ancora tenere l’azienda aperta?». (m.d.n.)
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