ROSETO. La polemica sulla richiesta delle maggiori indennità percepite da parte di 42 ex amministratori del Comune di Roseto rischia di coinvolgere anche gli attuali amministratori. L’amministrazione Nugnes, infatti, lo scorso febbraio, in base alla legge Finanziaria, ha deciso di anticipare l’aumento delle indennità al 100 per cento per la giunta e il presidente del consiglio comunale, una decisione che ha scatenato diverse polemiche da parte delle forze di opposizione.
Su questo tema ci sono due pareri della Corte dei Conti, uno di ottobre della sezione di controllo della Lombardia e un altro recente della sezione di controllo della Sardegna, in cui viene specificato che «l’incremento dell’indennità di funzione del sindaco, per gli anni 2022 e 2023, nelle misure indicate dalla legge numero 234 del 30 dicembre 2021, deve avvenire prendendo come riferimento l’importo dell’indennità di funzione ridotta del 10 per cento».
Due pareri che potrebbero evidenziare una presunta errata interpretazione fatta dal Comune di Roseto, che non ha applicato la riduzione del 10 per cento come, tra l’altro, è specificato nella determina di giunta dell’11 febbraio scorso. Che cosa si farà qualora anche la sezione di controllo della Corte dei Conti dell’Abruzzo seguisse i pareri di Lombardia e Sardegna? Anche in questo caso i dirigenti chiederanno all’attuale amministrazione di rivedere le proprie indennità come hanno fatto con i precedenti amministratori? Su quest’ultima vicenda le lettere di avvertimento (senza la pretesa di somme) sono arrivate solo all’ex sindaco e attuale consigliere di opposizione, Sabatino Di Girolamo, e a pochi altri. Di Girolamo ha più volte sostenuto che questa situazione si risolverà in una bolla di sapone, anche in base alla recente sentenza di un giudice di pace che ha respinto la richiesta del Comune di Giulianova per la restituzione di circa 2.400 euro da parte dell’ex assessore Germano Giovanardi e altri procedimenti riguardanti Giulianova ancora in corso.
Nell’ultimo consiglio comunale di Roseto, inoltre, il consigliere di maggioranza Enio Pavone, coinvolto nella vicenda essendo stato sindaco dal 2011 al 2016 (le maggiori indennità si riferirebbero agli ultimi 10 anni, dal 2012 al 2021), in un intervento ha attaccato la maggioranza e anche alcuni dirigenti precisando che «in una città di 26mila abitanti non ci possono essere documenti segreti. Non dobbiamo aver timore di far vedere le cose se uno non ha niente da nascondere. Chi si è assunto responsabilità grosse non deve avere timore, e se è convinto vada avanti. Questa è una città dove c’è stata sempre una grande trasparenza amministrativa, e non può essere che un’amministrazione di cui io faccio parte mi segreta le carte».
Fino a questo momento la maggioranza non ha avuto grandi problemi, nonostante qualche critica da parte di Pavone. Ma è evidente che questa situazione delle indennità deve essere chiarita.
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