ROSETO. Era stato in Rianimazione dopo un grave incidente stradale, ma sembrava essersi ripreso. Agli amici che giorni fa erano andati a trovarlo in ospedale aveva detto che sperava di tornare a camminare e di poter andare di nuovo in barca. Invece venerdì sera, poche ore dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Atri, Giuseppe “Peppe” Marini ha avuto un malore ed è morto nella clinica Sant’Agnese di Pineto, dove era stato trasportato per svolgere la riabilitazione. Toccherà a un’inchiesta, subito aperta dalla Procura di Teramo, stabilire se la morte del 76enne ex orafo di Roseto è stata una fatalità o è responsabilità di qualcuno.
Intanto il medico legale che effettuerà l’autopsia già fissata per martedì mattina, ovvero Davide Girolami, sarà chiamato a stabilire – o escludere – un nesso tra la morte di Marini e le lesioni subite il 27 luglio scorso, quando alle 8.30 del mattino l’uomo in sella alla sua bicicletta venne investito da un furgone sulla statale 150, all’altezza del cimitero di Roseto. Il conducente del veicolo non si fermò a prestare soccorso, ma venne rintracciato dopo qualche ora dai carabinieri grazie alle immagini di alcune telecamere. Marini subì un grave trauma cranico, diverse fratture e lesioni agli organi interni: venne operato al Mazzini e ricoverato in Rianimazione. Poi la progressiva ripresa, il trasferimento ad Atri e, venerdì mattina, la dimissione e il trasferimento al Sant’Agnese. Dimissione e trasferimento prematuri, alla luce del malore fatale sopraggiunto alcune ore dopo? È questo il secondo quesito a cui l’autopsia dovrà dare risposta. È scontato l’invio, nelle prossime ore, di avvisi di garanzia al guidatore del furgone e ai sanitari che hanno avuto in cura Marini: per ora un atto dovuto per permettere loro di partecipare all’autopsia con propri consulenti di parte.
Peppe Marini era molto conosciuto a Roseto. Era stato un orafo, titolare di un’oreficeria nel centro di Roseto, e seguiva con passione la squadra cittadina di basket. Aveva avviato al mestiere il figlio Simone, che rimase ucciso a 38 anni, nel 2013, in un incidente stradale, travolto da un’auto a un incrocio mentre era in sella al suo scooter. L’ex artigiano, che viveva nella frazione rosetana di Voltarrosto, lascia la moglie Elisa e la figlia Raffaella. I funerali saranno fissati dopo l’autopsia.(red.te)
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