
CHIETI. Se sarà Chieti a risolvere i problemi dell’Aquila con lo smaltimento dei rifiuti, non avverrà certo con l’appoggio incondizionato dell’amministrazione comunale. Il sindaco teatino Diego Ferrara (Pd) appare tutt’altro che entusiasta di fronte alla prospettiva di ritrovarsi in casa i rifiuti prodotti nel capoluogo di regione. Una grana che L’Aquila deve risolvere a stretto giro, visto il clima teso, se non di rottura, con il Cogesa, il consorzio di Comune della Valle Peligna che gestisce la discarica di Sulmona utilizzata dagli aquilani.
La polemica tra il capoluogo e Sulmona è scoppiata qualche settimana fa: da tempo reclama un aumento della tariffa il Cogesa, il cui cda è stato di recente sfiduciato e sostituito dall’amministratore unico Franco Gerardini. Sono considerati troppo pochi i 110 euro a tonnellata pagati dall’Aquila, tanto più se i Comuni soci al di sotto del 65% di differenziata ne devono pagare 136. L’Aquila, che ha la differenziata al 39%, vuole rinnovare la convenzione col Cogesa per una cifra intorno ai 117 euro.
Non solo non è arrivata l’intesa, ma sono piovute polemiche a non finire. Il sindaco Pierluigi Biondi (FdI) ha denunciato un «clima antiaquilano» e rilasciato dichiarazioni che hanno fatto gridare al ricatto gli amministratori peligni: «Il Cogesa senza i soldi dell’Aquila non si regge», ha detto Biondi, «L’Aquila e l’Asm (la partecipata del Comune che gestisce il servizio rifiuti, ndr) non falliscono, quella società probabilmente sì». Il collega sulmonese Gianfranco Di Piero ha evidenziato i «costi fuori mercato» sui quali insiste il capoluogo.
In tutto ciò è venuta fuori l’ipotesi Chieti, con la discarica di contrada Casoni gestita dalla Deco, una società privata. A farla venire alla luce è stato l’assessore aquilano ad Ambiente e Rifiuti Fabrizio Taranta: «Trovare un accordo per continuare a usare la discarica di Sulmona è la nostra prima scelta», ha dichiarato ieri Taranta al Centro, «ma abbiamo ancora un canale aperto con Chieti». Un piano B che ha appunto fatto storcere il naso a Ferrara. «Apprendo con stupore a mezzo stampa che Chieti viene chiamata in causa in una vicenda che non ci vede interpreti», si è limitato a dichiarare diplomaticamente Ferrara, che ha comunque sottolineato che «i problemi del capoluogo di regione sullo smaltimento dei rifiuti non devono interessare, su questo fronte, il buon lavoro di Chieti, che ha certificato nel tempo risultati sempre più importanti. E soprattutto», ha aggiunto il primo cittadino, «non deve accadere per vicende del tutto interne al comprensorio aquilano. La nostra città è impegnata a portare avanti il suo percorso, sempre più virtuoso e possiamo solo augurare all’Aquila di migliorare i suoi risultati in tema di differenziazione dei rifiuti». Non una stoccata vera e propria. Casomai una punzecchiatura verso L’Aquila che è tra i peggiori in Abruzzo in fatto di riciclo. Un leit motiv questo che, a Biondi, è stato ripetuto tanto dai sindaci del comprensorio peligno tanto dall’opposizione comunale.
Biondi annuserà un «clima antiaquilano» anche a Chieti? Di certo, ad ammorbidire le posizioni, per quanto possa essere vincolante la contrarietà del Comune di Chieti, non contribuirà la politica.
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